Saviano parla di Camus e de Lo straniero

http://www.youtube.com/watch?v=VdEke9QP0q4

Ho letto Lo straniero di Albert Camus a diciassette anni e me ne sono innamorata. Non lo leggo da anni proprio perché è un romanzo che mi ha dato e tolto tanto, che mi suscita tutt’ora una serie di complesse emozioni.

Non ho potuto fare a meno però di guardarmi i video in cui Saviano parla di Camus. Quello che vedete in apertura di post si occupa direttamente de Lo straniero, ma c’è anche un video precedente che parla del suo autore.

Saviano ha un modo tutto suo di raccontare la letteratura. Mi ricorda un po’ il mio professore del liceo, che era decisamente diverso da lui, ma che nutriva la stessa passione per i temi affrontati da Camus e per il modo in cui questi lo faceva.

Negli anni dell’adolescenza mi hanno tenuto compagnia non solo i romanzi di questo grande scrittore, ma anche le descrizioni della sua vita in Algeria, il caldo e il mare di Orano. Come dice Saviano, Albert Camus è stato in qualche modo una presenza, lo è stato nella mia vita e credo lo sia stato anche per molti di voi lettori.

Quest’estate dunque, insieme ai best sellers che renderanno piacevoli le nostre vacanze, riprendiamo in mano Camus, magari proprio quello meno conosciuto, quello che potrebbe incuriosirci di più. Ci ritroveremo nelle descrizioni delle sue nuotate, sentiremo il caldo e percepiremo quasi fisicamente il suo pensiero.

Intanto, ecco un assaggio:

In primavera, Tipasa abitata dagli dei e gli dei parlano nel sole e nell’odore degli assenzi, nel mare corazzato d’argento, nel cielo d’un blu crudo, fra le rovine coperte di fiori e nelle grosse bolle di luce, fra i mucchi di pietre. In certe ore la campagna è nera di sole. Gli occhi tentano invano di cogliere qualcosa che non sian le gocce di luce e di colore che tremano sulle ciglia. Il voluminoso odore delle piante aromatiche raschia in gola e soffoca nella calura enorme. All’estremità del paesaggio, posso vedere a stento la massa scura dello Chenoua che ha la base fra le colline intorno al villaggio, e si muove con ritmo deciso e pesante per andare ad accosciarsi nel mare.

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