Microsoft contro Barnes & Noble per e-reader Nook

La Microsoft è scesa sul sentiero di guerra con la  Barnes & Noble, Invetec e Foxconn International. Nodo della questione le infrazioni di brevetto riscontrabili sul e-reader Nook di Barnes & Noble basato su sistema operativo Android.

Non si tratta solamente di minacce: l’azienda di computer americana ha infatti già depositato reclamo sia presso il distretto ovest di Washington che presso la USITC, una sorta di Camera di Commercio particolare che ha il potere di bloccare l’importazione all’interno degli Stati Uniti di prodotti che infrangono la proprietà intellettuale.

A quanto pare sarebbero ben cinque i brevetti posti sotto la lente di ingrandimento il primo di essi, il No. 5,778,37 tratta il “recupero da remoto e la gestione della visualizzazione di un documento elettronico che include immagini”. Il secondo, il No. 6,339,78, copre “lo stato di caricamento in un browser hypermedia avendo a disposizione un’area di visualizzazione limitata”, mentre  il terzo (No. 5,889,522) e il quarto brevetto (No. 6,891,551) sono relativi rispettivamente ai “controlli finestra offerti dal sistema” e “soluzioni di selezione nella modifica di documenti elettronici”. Infine il quinto brevetto (No. 6,957,233) riguarda i “metodi e apparati per catturare e renderizzare annotazioni per contenuti elettronici non modificabili”.

Per coloro digiuni di informatica tutto ciò non ha un significato immediato. Possiamo però semplificare la comprensione spiegando che praticamente con il suo e-reader la società statunitense avrebbe violato i diritti della Microsoft per ciò che riguarda la visualizzazione degli ebook e la loro modifica ed organizzazione. La società di Bill Gates  ha inoltre sottolineato di aver tentato per un anno di raggiungere un accordo con le aziende sopracitate. A livello statistico, va detto che non è la prima volta che la società di computer americana rivendica diritti all’interno del sistema operativo Adroid, sviluppato da Google. Ciò che rende perplessi è che la Microsoft piuttosto che andare contro Google, preferisca denunciare i singoli partner della società, i quali sfruttano il sistema operativo per i propri dispositivi.

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