Meglio il libro: Il mercante di Venezia di Shakespeare

Nel caso de Il mercante di Venezia sono costretta a dire meglio il libro, visto che è una delle più famose opere teatrali di Shakespeare, scritta alla fine del Cinquecento. Sono tuttavia lieta di aver trovato un film che non solo rispecchia pienamente lo spirito dell’opera, ma ne coglie anche le sfumature più nascoste.

Il mercante di Venezia con Al Pacino e Jeremy Irons centra perfettamente il senso dell’opera, cogliendone alcune sfumature, come la relazione omosessuale di uno dei protagonisti, di cui non si parla apertamente ma che è davvero plausibile.

Ecco, in breve, la trama: siamo a Venezia nel XVI secolo. Antonio è un ricco mercante che ha investito tutti i suoi averi in una serie di navi piene di merci, che si trovano tutte in viaggio. Il suo caro amico Bassanio gli chiede però una somma consistente che gli servirà per sposare la meravigliosa Porzia.

Antonio allora chiede un prestito a Shylock, ebreo residente nel ghetto (siamo negli anni delle prime leggi antisemite) e si impegna, nel caso in cui non possa restituire la somma, a cedere una libbra della propria carne.

Quando Shylock, rabbioso anche per la fuga di sua figlia con un gentile, esigerà la restituzione della somma, sarà proprio la bella Porzia, travestita da uomo, a salvare il mercante proprio quando l’ebreo sta per incidergli il petto con un coltello.

Nel film, Al Pacino è uno straordinario Shylock, doppiato, come potete ascoltare dal video, dal nostro eccelso Giancarlo Giannini. Jeremy Irons interpreta invece la parte di Antonio. Attraverso un gioco di sguardi e di sfumature nell’intonazione, arriviamo a comprendere che tra Antonio e Bassanio esiste una relazione omosessuale.

Anche Porzia afferra in pieno quello che sta accadendo e dopo aver salvato Antonio sotto mentite spoglie, riuscirà con una serie di stratagemmi, che però non vi svelo, a chiarire ai due che d’ora in poi l’unico altro uomo nel letto di suo marito Bassanio sarà proprio lei (travestita da avvocato).

Un’ultima nota: leggendo Il mercante di Venezia o guardando il film potrebbe venirvi il sospetto che si tratta, malgrado comprenda il monologo che potete vedere nel video, di un’opera antisemita. Ebbene, è proprio così.

Shakespeare la scrisse su commissione e Shylock, sebbene sia maltrattato per tutta l’opera, viene alla fine costretto ad abiurare la propria fede e a cedere i suoi averi come il peggiore dei criminali. Antonio e Bassanio, incauti e scialacquatori, hanno invece la meglio.

Forse però è proprio il monologo, insieme ad altri dettagli che scoprirete nel libro o nel film, a dirci che l’autore ha seminato qua e là tracce per una riflessione più approfondita della questione. Voi lettori di Libri e Bit che ne pensate?

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