Libri scolastici: e gli insegnanti cosa pensano?

Torniamo a parlare di libri scolastici. E di professori. I vari articoli da noi proposti finora hanno sempre teso ad occuparsi del caro libri e dei tetti di spesa imposti dal Ministero dell’Istruzione mai rispettati dalle scuole. Un problema che nasce a causa, sostengono in buona parte i dirigenti scolastici, di scelte particolari effettuate dal corpo insegnanti, il quale, spesso precario, tende a cambiare libro ogni anno, ma soprattutto pretende edizioni aggiornate e costose. Proviamo a dare voce agli insegnanti.

Leggendo un interessante articolo di un giornale web di Varese mi sono imbattuta nella lettera di una insegnante dalla quale ho deciso di estrapolare delle precisioni che la donna fa in base alle lamentele ricevute sul costo dei libri:

  •  i libri si scelgono a maggio-che fra l’altro sono gli stessi per 5 anni (per legge)
  • non si può sforare il tetto previsto perché le segreterie vigilano attentamente e così pure i Dirigenti.
  • le nuove adozioni sono deliberate dai Consigli di Classe ( … mai che un genitore si preoccupi dei costi, MAI sentita una richiesta di spiegazioni sui contenuti del libro scelto, MAI) e poi dal Collegio dei Docenti … riunioni che durano alcune ore perché alcuni dirigenti fanno leggere tutti i titoli con prezzi e motivazioni per le nuove adozioni! In alternativa pretendono dai docenti di materia delle relazioni molto precise che giustificano la nuova adozione
  •  MAI visto un genitore lamentarsi o prendere provvedimenti perché il figlio riduce in due settimane di scuola i libri come spazzatura (evidenziatori usati alla grande, buchi nelle pagine, pasticci a margine … raramente appunti)

Da un certo punto di vista i punti evidenziati dalla professoressa sono sacrosanti: difficilmente un genitore si chiede il perché di una scelta ben precisa in materia di libri scolastici, ma è pur vero che appare normale che la stessa non venga assolutamente contestata dall’esterno o posta sotto esame: non sono professori, non sta a loro giustamente decidere cosa sia bene per un alunno.

E ancora, sebbene questo potrà far scaldare qualche insegnante: è normale e giusto che vengano richieste relazioni precise da parte dei dirigenti su l’adozione di libri scolastici ogni anno. Vi deve essere un qualcosa di preciso che giustifichi la proposta di acquisto. Altrimenti non avrebbe senso una lotta al caro libri senza le motivazioni che lo giustifichi.

Infine, apertamente, mi sento di contestare la bordata della professoressa sul modo in cui gli alunni trattano i propri libri. Questo è un topic di competenza dei genitori, che troveranno maggiore difficoltà a vendere l’anno successivo libri usati mal ridotti. Appartiene invece al docente accertarsi che gli alunni utilizzino con cognizione ciò che appare all’interno dei libri.

La domanda da porsi è un altra: possibile che non si riesca a passare ai libri online scaricabili su tablet come negli Stati Uniti abbassando contemporaneamente costi e polemiche?

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