Iva al 21%: cosa succede ai libri ed agli ebook?

Non di rado in questo blog si parla di prezzi. Si tratta di una scelta dettata dal volere dare un quadro completo dei libri e degli ebook: solo così si può essere vicini al lettore in maniera adeguata. Perché oltre al consiglio sul libro da acquistare, la recensione da spulciare o notizie sulla tecnologia più adeguata della quale usufruire per i libri digitali, quello che un compratore di libri cerca è la conoscenza del mercato per capire fino a quanto, senza problemi, potrà permettersi l’acquisto.  L’iva è aumentata, per legge. Come si riflette questo sui libri?

Se la comprensione non ci difetta, in linea teorica i libri, sebbene non rientrino nella categoria dei beni primari dell’essere umano, proprio per la loro natura di “stampati”, dovrebbero rientrare nella casistica speciale riguardante l’editoria. Insomma, nonostante la legge Levi e la barriera agli sconti, i prezzi non “sono costretti” a lievitare, essendo applicata in questo caso una  tassazione al 4%.

Discorso differente nasce per gli ebook. Essi sono si “stampati”, ma sono frutto di una diversa tipologia di lavoro e quindi non rientranti nel concetto di editoria classico del termine che viene applicato normalmente. In questo caso la tassazione, l’iva è al 21% secondo le nuove norme vigenti. Ma sembra per ora la maggior parte delle case editrici stiano applicando una sorta di strategia  di prezzo per non esasperare i clienti.

Già saturi per via degli sconti “mancati” infatti, i lettori potrebbero non apprezzare l’ennesimo attacco al proprio portafogli. E sebbene questo non dipenda dagli editori, gli stessi e hanno deciso di “prevenire” il problema, assorbendo l’aumento. Non penso onestamente si tratti di una bontà implicita, quanto dell’unico mezzo che il settore ha per far sì di non perdere la fidelizzazione del proprio cliente, ormai stanco di veder trasformarsi un bene essenziale come quello della cultura, in un bene di lusso.

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