Il capitano e la Concordia, di Alessandro Gaeta

il capitano e la concordia alessandro gaetaE’ un libro controverso “Il capitano e la Concordia” di Alessandro Gaeta. Un libro inchiesta molto facile da leggere, privo di concetti astrusi e soprattutto ben scritto. Ciò non toglie che arrivati ad un certo punto della lettura potreste in qualche modo cedere ai nervi ed incavolarvi. Di brutto. Un po’ con l’autore, un po’ con alcune coincidenze di cui non sareste voluti venire a conoscenza.

E non preoccupatevi, avrete mondo anche di arrabbiarvi e non poco con il comandante Schettino. Lungi da me dire che si tenti di “difendere” l’errore da lui compiuto. Ma un pochino ci si prova a far vedere sotto un’altra luce colui che nel giro di una notte è divenuto l’esempio dell’italiano di cui non fidarsi. Il problema è che non ci si riesce. Dopo un blocco iniziale dovuto a peripezie personali, questa notte appena passata il libro me lo sono realmente “bevuto”. Perché la bravura giornalistica dell’autore si vede ed è palese.

Il testo è fluido, e sebbene in alcune parti si tenda un po’ a sovrapporre qualche concetto, la lettura scorre via veloce e piacevolmente. Ma man mano che si va avanti nella stessa però, non puoi fare a meno di incavolarti. Perché 32 persone sono morte per una bravata compiuta da quello che a Roma, concedetemi il termine perché è quello che rende di più l’idea, verrebbe definito uno “sborone”. Ovvero una persona estremamente sicura di sé. Il che non è un difetto se ogni tanto ci si aggiunge un pizzico di umiltà.

Eppure nell’inchiesta di Gaeta, questo problema caratteriale viene esacerbato ed in qualche modo giustificato. Ecco, è stato questo il punto nel quale mi sono trovata a parlare da sola. Inaccettabile, a prescindere da un Capitano De Falco che poteva essere meno brioso e scurrile, trovare anche una minima giustificazione ad un comportamento privo di verve o iniziativa. Soprattutto perchè se alcuni problemi o intemperanze erano noti, dovevano essere sottolineati in un curriculum al pari degli encomi (giusti) ricevuti. Mentre leggevo le pagine mi chiedevo: “ma sto leggendo la storia del Titanic? Possibile che 100 anni dopo i comandanti ancora non si muovono appena succede una tragedia? Perché pensare solo a se stessi?”.

Si parla poco delle vittime e dei passeggeri. Nel libro si ricostruiscono gli eventi. E scopriamo che per le vittime non si sarebbe potuto fare comunque nulla, anche se i disguidi che ci sono stati nei soccorsi… sarebbero stati da evitare. Un libro che fa rabbia. E che racconta di come sempre, queste tragedie avvengano per futili motivi.

Voto: 7

6 commenti su “Il capitano e la Concordia, di Alessandro Gaeta”

  1. Francamente non sono d’accordo con la sua recensione. Proprio non si riesce ad abbandonare l’idea di Schettino codardo e De falco eroe, anche di fronte alle prove evidenti che è tutto il contrario. Proprio non si riesce a capire che Schettino è stato aggredito verbalmente da De Falco che faceva l’inquisitore per coprire i propri errori. Proprio non avete ascoltato quella telefonata: quando Schettino dice “Fateli venire qui, fateli venire qui” con tono perentorio; o quando De Falco chiede “lei vuole andare a casa” e si sente Schettino dire (in sottofondo): “ma quale casa”. Proprio non comprendete che Schettino non poteva alterarsi e mandare a quel paese il De Falco per dimostrare al mondo che aveva “le palle” dal momento che De Falco era l’autorità al di sopra anche del comandante nella gestione dei soccorsi. Ormai avete bollato Schettino (senza se e senza ma). Poi, mi scusi, quando si scrive una recensione ci si documenta e si è più precisi. Lei scrive: i morti sono 35. Sono 35? Mi risulta che siano 32: 30 recuperati e 2 dispersi. Ma quando capirete che ogni persona che scrive sui media ha delle responsabilità per quello che dice. Non si rende conto che in questa vicenda c’è stata così tanta superficialità e malafede da parte di tutti. Non solo si è danneggiata la verità per le vittime e i naufraghi ma anche per lo stesso Schettino che deve pagare per ciò che ha commesso e non per ciò che non ha commesso e comunque non prima della fine del processo. Si rende conto di come è stato trattato Schettino: forse era troppo sicuro di sè ma non è un serial killer, uno stragista. Nessuno ha provato così tanta indignazione per chi ha sciolto volontariamente nell’acido un bambino o per chi ha partecipato allo sterminio degli ebrei. Si rende conto di come è stata scaricata la rabbia repressa di molti frutrati su quest’uomo, di come è stato macchiato forse per sempre per azioni che non ha commesso. Si rende conto che ha una figlia. Si rende conto che ogni persona ha dei difetti, anche i leader. Anzi proprio i leader sono i più sicuri di sè, perchè il ruolo lo impone. Finitela di distruggere il suo passato facendo dietrologia. Era un’ottimo comandante, con il talento per le manovre. E’ stato un incidente; se ha sbagliato pagherà in modo congruo. Infine vorrei farle notare che le vittime ci sono state perchè la nave si è ribaltata troppo repentinamente. Mi chiedo come abbia letto questo libro….

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    • Per il numero dei morti, un semplice refuso di battitura che correggerò al volo. Per il resto mie semplici impressioni. Come le sue d’altronde. Ognuno ha una percezione di ciò che legge e prova nella lettura diversa. Ciò che io penso non è legge. E’ una semplice recensione e come tale deve essere letta. Nulla di più. Se dovessimo validare le letture in base alle opinioni… non ci sarebbe scambio.

      Buona giornata 🙂

    • Non entro nel merito, l’ho letto da “ignorante” in materia. Può però spiegarmi meglio perchè dice cosi?

  2. Concordo pienamente con quanto dice Alba,quante falsita quante bugie, quanto BISOGNO di trovare a tutti i costi un colpevole. Siamo esseri umani e come tali non perfetti, non immuni all’errore per quanto possa avere conseguenze devastanti. Sulle capacita di quest’uomo non accetto giudizi da incompetenti (gia’ perche dal 13 gennaio siamo diventati tutti esperti di navigazione)e’ stato un ottimo comandante che purtroppo ha avuto un incidente.

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    • Io mi sono limitata a recensire ed a dare le mie impressioni. Non le pongo come assolute ovviamente, solo come semplice punto di vista.

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