Enciclopedie di carta: le comprate o preferite Wikipedia?

enciclopedia britannica

Da bambina e da ragazza ho consultato sempre molto enciclopedie e dizionari. Per me, come per molti, il primo approccio alle pubblicazioni divulgative sono stati i famosissimi Quindici, che mia madre ancora custodisce in attesa che io o mia sorella ci decidiamo a reclamarli. A volte mi sembra di ricordarne l’odore e il rumore delle pagine.

Devo ammetterlo: se qualche hanno fa avessi compreso la portata ed il valore di Wikipedia non so se avrei speso i soldi che ho speso per una classica enciclopedia. Non che mi sia realmente pentita dell’acquisto: mi piace vedere quei bei volumi rossi tutti in fila sulla mia libreria.

Tuttavia, se faccio una proporzione tra l’uso che ne faccio e le volte che invece digito la voce che mi interessa su Wiki, quest’ultima vince nettamente. Probabilmente anche perché il mio lavoro mi porta a trascorrere diverse ore al computer.

A questo punto credo che non mi resti che attendere la notizia che è stata realizzata la prima enciclopedia per eReader o per iPad: potrebbe contenere molte più informazioni, immagini ed animazioni. Potrebbe essere aggiornata in tempo reale e le notizie errate velocemente corrette.

Quella sì che sarebbe una vera concorrente di Wikipedia: potrei usarla anche quando non sono collegata o quando manca la corrente. Potrei consultarla mentre sono in treno o in coda dal medico. Potrei inviare dei file seduta stante ai miei amici che solitamente mi chiedono informazioni per le ricerche scolastiche dei loro bambini.

Sommata ai libri che sempre più spesso sono messi a disposizione gratuitamente online e agli aggiornamenti che, prima o poi, dovranno fare i vari sistemi bibliotecari, potrei persino fare ricerche molto complesse senza muovermi da casa.

Ma, c’è sempre un ma: la ragazza universitaria che tra il 1993 e il 1994 ha dovuto girare cinque mega biblioteche, più alcune, piccole, dei dipartimenti di filosofia, per poter raccogliere una bibliografia decente per la tesi, ecco quella ragazza soffre al pensiero di dover abbandonare i tavoli polverosi, la cattiva illuminazione e persino alcune schede di prestito risalenti quarantanni prima (e forse anche di più).

Photo Credits | stewart su Flickr

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