
Le guide turistiche: Guida all’Italia eco-solidale

Recensioni letterarie di libri ed ebook di ogni genere.
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Parlavo ieri di Anna Karenina con mio marito. In casa siamo molto rispettosi dei luoghi comuni sulla lettura, perciò io leggo per lo più romanzi e lui saggi. L’unico romanzo cui ha mostrato qualche interesse è I fratelli Karamàzov di Fëdor Michajlovič Dostoevskij.
Non è un caso. Dostoevskij viene citato in molti volumi di filosofia per le complesse questioni affrontate nei suoi romanzi e per il famoso capitolo de I fratelli Karamàzov intitolato Il grande inquisitore. Qui l’autore immagina un Cristo che, tornato sulla terra, viene nuovamente imprigionato e condannato a morte, perché il suo messaggio rende gli uomini liberi e quindi non gestibili da un potere autoritario.
Kate è una ragazza inglese, che ha scelto di trascorrere le sue vacanze in India. Non immagina che una volta lì, la sua vita subirà una vera e propria rivoluzione.
Proprio in India infatti incontra Tsedup, un esule tibetano, di cui si innamora, ricambiata. I due decidono di sposarsi e Tsedup parte con Kate alla volta dell’Inghilterra. La vita in un appartamento, però nella grigia Londra, dove Kate ritrova comunque la sua vita e il suo lavoro, travolge Tsedup che comincia a soffrirne piuttosto seriamente.
Kate allora decide di partire con lui, per tornare in Tibet, conoscere la sua famiglia, farsi accettare e imparare quanto più è possibile sulla cultura di un popolo così lontano. La storia è vera è Kate potete vederla sulla copertina del libro. Quello che non potete immaginare è come abbia vissuto Kate quei mesi da sposa nomade.
Il frontman del gruppo musicale Smashing Pumpkins, Billy Corgan, ha deciso di intraprendere una strada molto interessante, quella della scrittura. Il musicista ha infatti da poco annunciato una sua autobiografia, God is Everywhere, from Here to There, un testo definito dallo stesso Corgan uno “spiritual memoir” durante un’intervista con la famosa rivista musicale Rolling Stones.
L’unicorno dal corno d’oro è un libro illustrato per bambini dai 4 anni in su. Mia figlia lo ha letto la prima volta nella biblioteca della sua scuola materna e se ne è innamorata, al punto tale che ho deciso di comprarglielo.
In realtà anche noi ci siamo innamorati del volume e, più che della storia, comunque significativa, delle splendide illustrazioni di Bimba Landmann.
La Venezia che ci scorre sotto gli occhi è una Venezia magica, dorata, luminescente. Una Venezia in cui non ci stupiremmo di vedere un unicorno correre tra le strette e tortuose calli.
Le immagini riescono a rendere visibile, in qualche modo, la sensazione che si prova arrivando a Venezia per la prima volta.
Quando ho cominciato a leggere Seppellitemi dietro il battiscopa di Pavel Sanaev, ho riso tanto e ne ho amato subito lo stile asciutto e la prosa incisiva. Sanaev è stato in grado di farmi vedere ogni singolo personaggio, di farlo vivere, di farmi sentire quasi la sua voce dentro casa, anche quando riponevo il libro.
Il problema, in effetti, è proprio questo: ad un certo punto cominciate a capire che non si tratta affatto di un libro divertente, ma siete ormai catturati e volete, dovete sapere come andrà a finire questa storia. La storia di un bambino, Saša, che, pur avendo una madre, si ritrova a vivere con una nonna con seri disturbi mentali (ma lo capiremo solo più avanti).
La nonna lo chiama raramente per nome, più spesso lo appella con epiteti pesanti e violenti, solitamente lo chiama carogna. Gli prospetta una morte certa e lo lega a sé in un crescendo di messaggi contraddittori della serie ti voglio morto/solo io posso salvarti la vita.
Chi conosce la storia di Biancaneve, quella originale dei fratelli Grimm intendo, non il cartone della Disney? Perché è questa la storia splendidamente illustrata da Mayalen Goust nel volume omonimo, edito da Gallucci.
La Goust, classe 1976, riesce in una non facile impresa ovvero incuriosire i lettori anche se la storia è conosciutissima. Le tavole illustrate si ispirano ad una certa pittura orientale, ma non la scimmiottano. Il colore rosso sottolinea i passaggi e i personaggi del racconto. I buffi cappelli dei nani restano davvero impressi nella memoria, come il terribile e poi buon cacciatore di cui non vediamo il viso.
Che ci fanno i Metallica in un blog di libri? Soprattutto, cosa avrà a che fare con la filosofia la musica così detta trash metal? William Irvin, curatore del testo Metallica e la filosofia – Libertà, autenticità, etica: dal rock un invito a pensare, pubblicato da Apogeo nel 2008, sembra convinto che ci sia uno stretto legame tra i Metallica e la filosofia.
Ha così raccolto una serie di saggi che esaminano i testi del gruppo, i temi trattati, le questioni morali ed esistenziali affrontate, mettendoli poi in relazione con il pensiero di grandi filosofi come Platone.
E’ difficile parlare di un libro che ti ha lasciato senza parole. Riva, opera prima di Kim Thúy, edita da nottetempo nel 2010, è un romanzo d’esordio solo narrativamente parlando. In realtà è un’opera lucida e matura, che sarebbe riduttivo definire biografica.
La scrittura della Thúy è limata e tagliente. Dolorosa, ma senza indugiare in dettagli truci o solleticare il sempre più evidente voyerismo di certi lettori. La storia della sua vita, della fuga dal Vietnam, dell’approdo in Canada, i ricordi, gli odori, le immagini che ha portato con sé ci scorrono sotto gli occhi in un misto di dolore, delicatezza e lucidità.
Non mi stupisce che quest’opera abbia vinto il premio Mondello per la Multiculturalità, già consegnato a personaggi del calibro di Milan Kundera, Doris Lessing, Jose Saramago, Gunther Grass, dopo aver già vinto il canadese “Prix littéraire du governeur général” e il francese “Grand Prix Rtl/Lire”.
Pochi giorni fa vi parlavo del libro Per una biblioteca indispensabile di Nicola Gardini. Dopo averne letto uno stralcio sul sito dell’Einaudi mi ero decisa a comprarlo ed ora eccomi qua, col tomo verde primavera in mano, a dirvi cosa ne penso e di quali libri parla.
Spero di non rovinarvi la sorpresa e di non spaventarvi elencandovi, per prima cosa, alcuni dei cinquantadue classici della letteratura italiana su cui Gardini si è concentrato. Non uso a caso il verbo “spaventarvi”. Con una mia amica, mentre scorrevamo l’indice, ci tornava in mente la nostra professoressa del liceo.