Ebook, Federconsumatori contro Amazon

ebook federconsumatori contro amazon

Negli ultimi tempi un caso di cronaca estera ci ha messo davanti ad una scomoda verità:  per noi possessori di Kindle, l’acquisto di ebook non è propriamente definibile come tale. E’ più giusto parlare di una sorta di noleggio “perpetuo” che può saltare (insieme al nostro account) in caso di violazioni della policy. E’ interessante conoscere ciò che la Federconsumatori ha da dire in merito su Amazon.

Libri e crisi: cosa fare se non si possono acquistare

La crisi colpisce tutti. E non ha fatto mistero di aver messo a dura prova anche il comparto editoriale. Non solo nelle sue strutture, ma soprattutto per ciò che riguarda il lettore  che mai come ora, specialmente se di classe media, non ha la possibilità di scialacquare in cultura. Ancor meno potrà farlo dopo, con l’introduzione della legge Levi: come si può ovviare al problema?

Decrescita editoriale: la proposta di Marco Cassini agli editori

Marco Cassini, fondatore e direttore della casa editrice Minimum Fax, fa il salto della barricata, e dal lato opposto della sua scrivania osserva il mondo editoriale con l’occhio critico di chi desidera finalmente scovare gli aspetti negativi dell’universo in cui lui e i suoi colleghi vivono, riciclando dal mucchio i valori deontologici che il mercato (quello degli scaffali, del prezzo di copertina e delle classifiche delle vendite) hanno ormai fatto scomparire.

Ali Khamenei: “Fermiamo i libri pericolosi”

Durante un incontro con gli editori tenuto in questi giorni in Iran, il valore del libro è stata duramente messo in discussione. L’incontro era presieduto da Ali Khamenei, guida dell’Iran e grande studioso, che durante l’evento che dichiarato davanti ai responsabili dell’editoria iraniana, la presenza di libri pericolosi sul mercato iraniano confermando che, mentre la lettura di alcuni libri dovrebbe essere difesa e promossa, la consultazione dei testi politici dovrebbe invece essere fermata.   

Feticcio per lettori: il pollice segna pagina

Dopo avervi presentato il feticcio per scrittori, una penna al gusto di frutta perfetta per essere morsa e consumata durante i momenti di crisi creativa, eccovi un feticcio che piacerà sicuramente a tutti i lettori e che, se acquistato in tempo per le vacanze, potrebbe risolvervi non pochi problemi logistici durante le lettura.

Chicago: libri per le donne in carcere

In questi giorni a Chicago c’è grande fermento, cittadini e gruppi di volontari si stanno unendo per distribuire libri e cultura in uno dei luoghi che troppo spesso viene dimenticato dalla società: il carcere.

I diritti del lettore di Pennac. Decimo, il diritto di tacere

Eccoci arrivati al diritto di tacere ovvero l’ultimo dei diritti del lettore elencati da Pennac nel suo libro Come un romanzo. Rivediamoli velocemente insieme: Il diritto di non leggere; Il diritto di saltare le pagine (meglio che lasciar perdere un libro per noia); Il diritto di non finire un libro (se non mi piace non mi posso far del male); Il diritto di rileggere (per gioire all’infinito); Il diritto di leggere qualsiasi cosa (dal rosa allo splatter); Il diritto al bovarismo (perdiamoci ogni tanto, lasciamoci suggestionare); Il diritto di leggere ovunque (dalla tazza del water alla metropolitana); Il diritto di spizzicare (non ho tempo, due pagine e via); Il diritto di leggere a voce alta (dare corpo ai personaggi, alle paure, alla felicità).

Infine, il diritto di tacere. E’ un diritto di cui vorrebbero godere più spesso studenti a adolescenti, costretti a dare il loro parere, a commentare ogni poesia, novella o romanzo sui cui mettono gli occhi. Il punto è che, in realtà, molti professori e genitori non vogliono neanche sapere davvero cosa il ragazzo incriminato pensa dell’opera, ma se ha davvero capito cosa dovrebbe pensarne.

Ai tempi del liceo, avevamo afferrato subito il punto, tra compagni di classe. Così, ogni volta che ci veniva richiesto un parere, cercavamo di rielaborare il punto di vista di un critico famoso, aggiungendo doverosa citazione virgolettata e dichiarandoci d’accordo con esso. La prof andava in sollucchero e noi anche visto il bel voto.

Mi stupisce sempre come molti di noi si portino dietro le forzature dei tempi del liceo. Così, anche tra adulti, ci ritroviamo a voler dimostrare che abbiamo letto bene il testo, che sappiamo andare da una pagina all’altra a caccia del brano più significativo, che sappiamo esprimere un parere arguto che ha colto bene le intenzioni dell’autore, sia quelle dichiarate che nascoste.

Il silenzio, però, fa bene alla lettura. Chiudere l’ultima pagina del libro, magari prima di dormire, e starsene lì a ricevere tutte le suggestioni che lo scrittore e la nostra stessa fantasia hanno creato, lasciare che i pensieri e i commenti emergano casuali, senza nessuno pronto a giudicarci. Un buon libro va lasciato sedimentare, perché possa poi diventare realmente parte della nostra vita.

Photo Credits | Lel4and

I diritti del lettore di Pennac. Nono, il diritto di leggere a voce alta

Durante le famigerate ore di italiano, famigerate a causa della nostra professoressa, speravo sempre che chiedesse a me di leggere i brani che avremmo analizzato durante la sua lezione. Leggere a voce alta e contemporaneamente comprendere bene un testo non è sempre facile, però è elettrizzante.

All’università ho letto praticamente tutto l’Otello a voce alta, camminando per la casa e declamando il testo in lingua originale. I personaggi prendevano forma, così come le emozioni. Non era tutto nella mia testa: la rabbia di Otello e lo strazio di Desdemona avevano un corpo e si muovevano da una stanza all’altra come fantasmi appena evocati.

I reading, ovvero ascoltare direttamente dall’autore i suoi versi o un brano del suo ultimo romanzo sono davvero emozionanti. Se poi chi legge ha anche una buona dizione e una buona pronuncia è come se ti facessero un massaggio al cervello. Dite che sto esagerando?

I diritti del lettore di Pennac. Ottavo, il diritto di spizzicare

Il diritto di spizzicare l’ho sempre fatto mio insieme al diritto di leggere ovunque. Quando ero bambina, passavo ore intere, non scherzo, a spulciare la libreria dei miei che si avvicinava, tra libri e fumetti, al migliaio di volumi.

Ancora adesso, sia in libreria che in biblioteca, per non parlare dei libri che ho a casa, ho l’abitudine di aprire i romanzi a caso, dare una sbirciatina, leggere qualche pagina e poi rimetterli lì. Ci sono volumi di cui credo di aver letto le prime tre pagine decine di volte, senza andare mai avanti.

Non sono ancora arrivata alla paranoia di Harry del film Harry ti presento Sally, che leggeva subito l’ultima pagina nel caso fosse morto prima di finire il libro. Anche quello, in fondo, è però un diritto del lettore. Un lettore magari non troppo normale, ma pur sempre un lettore.

I diritti del lettore di Pennac. Settimo, il diritto di leggere ovunque

Eccoci al diritto del lettore che tutti noi riconosciamo in maniera istintitiva: il diritto di leggere ovunque. Devo dire che come lettrice l’ho fatto davvero nei posti più impensati e non parlo della toilette, perché per noi lettori è praticamente il più ovvio.

Ricordo un amico che si era fatto costruire una mini libreria su misura e l’aveva collocata esattamente di fronte al water e non è che godesse di ampi spazi nel suo appartamento. Però ho sempre invidiato quella piccola striscia di muro tutta sua a disposizione.

A proposito, sapevate che esiste un eBook pensato per simili occasioni? L’ho trovato nel catalogo della Graphe.it, il cui editore ho intervistato giusto qualche giorno fa. Si chiama LiberaMente e raccoglie le opere di un concorso per scritti da sala da bagno. Andiamo oltre, però, verso luoghi più romantici.