Recensione de “La diciottesima luna” di Kami Garcia ed Margaret Stohl

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Impossibile fermarsi dal leggerlo. Ovviamente il protagonista è “La diciottesima luna” di Kami Garcia e Margaret Stohl. Il terzo libro della serie “The Caster Chronicle” è in qualche maniera il più scontato per alcuni particolari, ma è decisamente il più emozionante dei tre che ho già letto.

Sullo stile di queste due scrittrici non si può dire davvero nulla. Kami Garcia e Margaret Stohl sanno il fatto loro. L’esposizione è sempre fluida e coerente, anche quando l’intreccio si complica così’ tanto da farti venire voglia di dire: “Ok, fermatevi qui un attimo che devo capire quello che volete che io capisca altrimenti non si va da nessuna parte“. Quando si parla di magia e soprannaturale è normale.  “La diciottesima luna” è molto simile a “La sedicesima luna” in quanto a ritmo ed intenzione.  Il punto di vista di Ethan, ancora una volta al centro di tutto, ti porta in un viaggio incredibile nella magia che a dirvi in tutta onestà comprendi fin dalle prime pagine, quando la canzone ombra che accompagna il ragazzo in questa avventura cambia ancora una volta.

Ed in qualche modo quello che è il “mistero” da risolvere da parte dei protagonisti, il lettore lo risolve immediatamente dopo qualche capitolo. In quel momento inizia il “braccio di ferro” con le scrittrici che le provano davvero tutte, senza riuscirsi, per farti distogliere la mente da ciò che tu pensi.  Lo si può considerare un difetto capire subito una realtà che la narrazione ti svela solo alla fine? No, e per due motivi.

Il primo, forse il più importante, è che sapere non cambia l’atteggiamento che il lettore ha nei confronti della storia, per la quale rimane avido di particolari e spiegazioni fino all’ultima pagina ed il secondo… beh, è strettamente legato al finale, che non vi svelerò e che personalmente penso sia tra i migliori mai concepiti da uno scrittore nella storia della letteratura.

 

 

 

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