La ragazza con l’orecchino di perla di Tracy Chevalier, recensione

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La ragazza con l’orecchino di perla” di Tracy Chevalier è un libro che mi ha sempre affascinato ma che ho lasciato sempre da parte, presa dalla inconscia paura di rimanerne delusa proprio per via di tutti i suggerimenti di lettura ricevuti negli anni. Complice qualche ora libera ho deciso di buttarmi ed il risultato non è stato niente male.

Tracy Chevalier ha una peculiarità espressiva tutta sua. Non penso di averne incontrata una simile in passato, nella mia carriera più che venticinquennale di persona che legge libri. La sua prosa riesce ad essere al contempo delicata e decisa, e questa è una caratteristica che la salva dall’essere troppo ridondante in alcuni punti dove onestamente meno manierismi sarebbero stati più accetti. Questo piccolo difetto non toglie che la storia sia di quelle da mozzare il fiato. E non perché è un romanzo essenzialmente storico che racconta un particolare rapporto a diversi secoli di distanza dal nostro, ma perché vi è un continuo “vedo-non vedo” espressivo che porta il lettore a sentirsi sempre più coinvolto dalle vicende di questa giovane, la “ragazza con l’orecchino di perla” che si trova a dover far coesistere diversi aspetti peculiari della sua personalità in un contesto che non sembra quello ideale.

Amore, ossessione: non so come definire il rapporto che man mano si instaura tra il pittore Veermer e la serva Griet. Posso dirvi però che vale l pena concedere a questo romanzo una fetta del vostro tempo. Racconta davvero una bella storia, di quelle che rimangono impresse.

 

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