Presentazione di Romanzieri ingenui e sentimentali, di Orhan Pamuk

Romanzieri ingenui e sentimentali, Orhan PamukUscirà il 7 febbraio per la casa editrice Einaudi l’ultimo romanzo di Orhan Pamuk, scrittore turco e Premio Nobel per la letteratura (premio consegnatoli nel 2006) molto apprezzato in Italia e già autore di romanzi di successo come Neve, Instanbul e La casa del silenzio. Nel nuovo romanzo, in bilico tra saggio e riflessione privata, è racchiusa la curiosità e il puro piacere scoperto nell’addentrarsi nella scrittura, un viaggio magico che Pamuk compie da solo, scrutando tutti i nodi della narrazione che legano parole e pensieri, entrambi allacciati fino a formare ciò che poi costruisce, periodo dopo periodo, la trama di un libro. Lo scrittore si cala nei panni del lettore e ne analizza il comportamento: parla delle emozioni della lettura e cerca di attribuire, ad ognuna di esse, una spiegazione logica che possa svelare a tutti il vero mistero, il significato e l’utilità della letteratura.

Il romanzo, molto atteso dai fedeli lettori dello scrittore, è inserito nella collana Frontiere Einaudi ed è venduto al prezzo di 18 euro (anche se è già disponibile scontato del 15%).

Ecco la presentazione ufficiale dal sito de LaFeltrinelli:

Ogni romanzo prevede un lettore “ingenuo” e uno “sentimentale”, ci dice Pamuk riprendendo le categorie di Schiller: uno, quello ingenuo, cosi immerso nella storia narrata da scambiarla con la realtà; l’altro, quello sentimentale, consapevole della natura testuale, fittizia, di ciò che sta leggendo: un sognatore che sa di star sognando. Il grande mistero del romanzo, il segreto del suo inesauribile fascino, è che non necessariamente questi due lettori devono essere due persone diverse: quello ingenuo e quello sentimentale sono in realtà due momenti, ugualmente necessari, che ogni lettore attraversa leggendo un romanzo. E alla stessa maniera, c’è il romanziere ingenuo, convinto che l’ispirazione gli giunga da “un altrove”; e quello sentimentale consapevole di lavorare all’interno di una tradizione e di ricorrere, in ogni momento, al repertorio del “già scritto”.

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