Puffi: un libro li etichetta come nazisti

Il Villaggio dei Puffi? Tanto spietato quanto la Berlino di Hitler. Parola di Antoine Buéno che ha scritto questa, e molte altre eresie, sul suo ultimo libro, “Le Petit Livre Bleu”. L’autore del libro è un sociologo francese che ha da poco pubblicato uno studio che, parola dell’autore, potrebbe rovesciare il mondo dei piccoli abitanti azzurri e annientare le piccole, ma importanti certezze, di milioni di bambini. Nel libro, già tradotto in inglese con il titolo di “The Little Blue Book”, i Puffi vengono considerati il simbolo del razzismo abitanti di un mondo assolutamente dittatoriale e folle, quasi equiparabile ai sositemi sociali introdotti dai nazisti più spietati della storia.

Il fumetto venne creato dall’artista belga Peyo che nel 1958 pubblicò  i piccoli abitanti blu per la prima volta su un giornale, un’uscita che piacque a molti adulti e bambini confermando così un’uscita che, dopo qualche tempo, conquistò anche riviste e televisione grazie alla reinterpretazione di Hanna Barbera lanciata nel 1981.

Nel libro di Buéno si dedica un capitolo intero a Grande Puffo, il capo del villaggio e, secondo il sociologo, una figura autoritaria, una presenza che obbliga tutti gli abitanti del villaggio a donare al resto della popolazione blu tutti i loro averi creando così una comunità dove i beni di tutti sono controllati da una forma di autocrazia assolutamente dispotica. Non mancano riferimenti anche agli altri personaggi, tra cui Gargamella e il gatto Birba (in inglese Azrael), due figure diverse dal resto degli abitanti e per questo messe da parte ed escluse dalle attività della comunità. E che dire poi della dolce Puffetta? Una tenera ed elegante creaturina direte voi; niente affatto, il sociologo boccia la protagonista femminile: “E’ l’unica donna del villaggio, un simbolo della razza ariana”, dice Buéno.

Dllo Studio Peyo arriva la risposta del figlio del creatore, Thierry Culliford, che ha difeso il lavoro del padre definendo le dichiarazioni di Buéno “grottesche e poco serie”.

[Photo Credits nickdrake]

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