Le assaggiatrici di Rosella Postorino, recensione

Le assaggiatrici di Rosella Postorino è un libro capace di unire diversi temi. Lo fa benissimo? Non proprio. Ma non per questo non è un libro al quale non dare una chance.

Cosa cercare in Le assaggiatrici di Rosella Postorino

Se in Le assaggiatrici di Rosella Postorino state cercando una lettura prettamente di tipo storico il più possibile attinente alla realtà non è propriamente il libro che fa per voi. Cerchiamo di spiegarci meglio. Non è un brutto libro e può rappresentare uno spunto importante soprattutto in un momento storico come questo. Dove un po’ la Shoah e quello che ha significato passano in secondo piano davanti a una crisi geopolitica e a dei conflitti che purtroppo sono vittime di una scarsa comprensione di quello che si è passato nel passato.

Ma è pur vero che se si vogliono capire certe dinamiche Le assaggiatrici di Rosella Postorino non è propriamente il romanzo d’elezione in tal senso. Parliamo di un libro che ha vinto il premio Campiello nel 2018 e che venne ben accolto in passato da lettori e critica. È comprensibile perché se si sceglie un certo taglio di lettura e quindi di comprensione, questo volume risponde a tantissime istanze. Il problema è che non lo fa perfettamente. E quindi se dal punto di vista emotivo può prendere e risultare piacevole nonostante il tema anche grazie a una piccola virata sul rosa, ciò non è sufficiente in generale.

Lo stile è piacevole, senza dubbio perché viene utilizzato un linguaggio molto delicato. Forse però per convincere tutti Le assaggiatrici di Rosella Postorino avrebbe avuto bisogno di un pizzico di crudezza in più.

Forse doveva essere più crudo

Perché queste venivano chiamate le assaggiatrici? Perché dovevano cibarsi dei pasti di Hitler, assicurando con la loro vita che questi non fossero avvelenati. Tecnicamente parlando è interessante vedere i personaggi come vengono strutturati. E forse uno dei problemi, che allo stesso tempo è un pregio, è quello che l’autrice non focalizza mai eccessivamente sulla paura di queste donne di essere avvelenate.

Forse perché essenzialmente il pericolo era un sottinteso della loro esistenza. Esisteva e basta. O forse ancora perché davano per scontato che non potesse avvenire nulla. Le assaggiatrici di Rosella postorino è un libro consigliabile? Nonostante i difetti la risposta è positiva. Soprattutto perché parliamo di un periodo storico che è bene ricordare, sempre e comunque.

E anche perché, nonostante forse pizzico di sopravvalutazione del romanzo, questo ha al suo interno quello che serve per portare a casa il risultato. Ma è come con le partite di calcio: tutto dipende da come si vuole vincere.

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