Divina! di Tommaso Zorzi, recensione

Divina!” di Tommaso Zorzi è un gradevole ritorno di questo influencer e scrittore che negli anni ci ha accompagnato, in modo più o meno leggero, con romanzi di differente tono e intenzione.

Di cosa parla “Divina!” di Tommaso Zorzi

In questo caso ci troviamo davanti a un romanzo che abbiamo pensato subito essere nelle corde di questo autore. Soprattutto per via dell’approccio alla comunicazione che ha sempre condiviso in rete. Attenzione però a non cadere nell’errore di pensare che parliamo di trash.

All’interno di “Divina!” Tommaso Zorzi racconta per l’appunto la storia della “Divina Marchesa”, al secolo Luisa Casati Stampa. E ciò che colpisce di più, per quel che riguarda questo libro, è il tono essenzialmente teatrale che fa spiccare l’intreccio tra passato e presente della narrazione.

Per capire meglio e raccontare al meglio di cosa parla questo libro dobbiamo pensare alla figura di Luisa Casati Stampa. Parliamo infatti di una donna simbolo della Belle Époque. Chi definisce la sua vita “un’opera d’arte vivente” non sbaglia.

In fin dei conti si è imposta al suo tempo per i ricevimenti a Palazzo Vernier dei Leoni di cui si parlava per mesi, per sedute spiritiche in ambientazioni da sogno come quelle condotte presso le rovine dell’Appia antica. E amori di grido come Gabriele D’Annunzio. Va da sé che il segno che ha lasciato questa donna nel mondo meritava di essere reso accessibile a tutti.

Una scelta stilistica davvero interessante

Ed è quello che Tommaso Zorzi con “Divina!” fa, in un ritratto che racconta le sue peculiarità ed eccentricità, avvicinando molto la donna al pubblico moderno.  Rendendola senza dubbio una icona raggiungibile anche da chi vive nel 2025 e non ha sperimentato i tempi della sua permanenza terrena.

Era una donna, una nobile e un’artista. Che non ha avuto paura, in tempi nei quali le donne erano soggiogate nel senso letterale della parola, di alzare la testa.

La forza di un romanzo come questo è data anche dalla scelta stilistica non scontata sia nella selezione che nel successo. In fin dei conti il testo alterna sia la voce della Marchesa Luisa Casati Stampa, sia quella dell’autore, mettendo a confronto diretto due epoche diverse ma uno stesso intento. Ovvero quello della costruzione di un’immagine che non sempre aiuta a essere autentici.

E a prescindere da interessanti citazioni e riferimenti culturali e nonostante la teatralità, la scrittura di Tommaso Zorzi è caratterizzata ancora una volta dal ritmo giusto. Capace di conquistare anche quando magari con la vita della marchesa non si ha molta “familiarità” o attinenza. Dando spazio a leggerezza e serietà allo stesso tempo: fattore che non guasta.

 

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