Il bacio del pane, di Carmine Abate: recensione

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Carmine Abate fa centro nuovamente. Il vincitore del premio Campiello torna con un romanzo straordinario, “Il bacio del pane” dove i protagonisti sono ancora una volta i sentimenti e il sud della nostra penisola.  Terra sempre bella e sempre maledetta, che dalla penna dell’autore si srotola sulle pagine del libro come una poesia incompiuta e struggente.

Scusate se sembriamo sentimentali, ma i romanzi popolari come quelli scritti da Carmine Abate ti entrano dentro e ti cambiano in qualche modo. Possono esserci dei piccoli difetti, è vero, ma sono in grado di conquistarti con la loro semplicità e con la loro trama in qualche modo essenziale ma incredibile allo stesso tempo. Il “bacio del pane” è un romanzo diverso da “La collina del vento“, ma in qualche modo molto simile per l’approccio che i protagonisti hanno nei confronti di ciò che accade loro. Anche quando gli stessi sono dei ragazzi giovani che scoprono l’amore ed un “mondo” diverso da quello nel quale pensavano di vivere.

Non vogliamo raccontarvi la trama, davvero, Se c’è una cosa che ha imparato chi vi scrive leggendo Carmine Abate è che i suoi libri devono essere scoperti man mano, degustati lentamente come un buon vino. E che allo stesso modo i suoi personaggi possono penetrarci nella pelle se li scopriamo con delicatezza, tra i loro pregi ed i loro difetti. Quel che è certo è che Carmine Abate ancora una volta fa un ottimo lavoro, sia dal punto di vista dell’intreccio che dello stile. E non è davvero possibile rimanere insensibili a questo piccolo gioiello che è stato in grado di creare con la sua maestria di scrittore.

Quindi, se amate le storie di spessore, che coinvolgano luoghi e personaggi popolari ma al contempo straordinari con “Il bacio del pane” fate davvero la scelta giusta. Regalatevi la possibilità di godere di questo libro.

 

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