Libri: low cost non è sinonimo di bassa qualità

libri low cost non sinonimo bassa qualitàIl basso prezzo di un libro non influisce sulla qualità dello stesso. Low cost non è automaticamente sinonimo di low quality. E’ un concetto al quale sto pensando ininterrottamente dopo aver letto un articolo di un noto quotidiano dove alcuni editori  e lo scrittore autore del pezzo, lamentavano che l’abbassamento dei prezzi avrebbe fatto scendere fatturati e a breve anche le percentuali per gli autori.

E’ più ci rifletto e più mi dico che non può essere così. L’esempio, presente anche nell’articolo in questione, e lampante è la Newton Compton. Da che ho memoria ha sempre offerto libri a prezzi molto bassi rispetto a quelli che si potevano trovare in libreria normalmente. Ed a parità di titoli, spesso e volentieri l’unica differenza riscontrabile era quella di una copertina semplice e cartonata e della carta riciclata utilizzata per la stampa vera e propria. Fattore questo che faceva di tali esemplari libri ecologici, oltretutto.

L’autore dell’articolo parlava di qualità di stampa, rilegatura e resistenza. Ho una copia di Jane Eyre della Newton Compton di almeno quindici anni fa se non più, e potreste anche non crederci, ma la rilegatura non si è toccata  minimamente. Il  libro, tranne che per l’ingiallimento delle pagine dovuto al tempo e qualche macchia di svariata tipologia creata involontariamente da me è tale e quale a come lo ho acquistato presso la libreria Feltrinelli di Largo Argentina, ad un prezzo bassissimo.

Lasciare qualcosa sul prezzo per vendere di più, secondo me non dovrebbe essere visto come il “baubau” del settore. Più vendite significano maggiori guadagni, soprattutto se si è in grado di non speculare e ripartire adeguatamente i costi. L’avvento dell’ebook sta man mano cambiando l’atteggiamento del  lettore nei confronti della lettura, anche se la crisi presuppone una maggiore difficoltà di acquisto palese per la popolazione.

I prezzi devono calare, per forza. Ma questo non significa in questo caso che gli autori siano dozzinali, che il libro sia dozzinale, che per forza di cose le percentuali degli scrittori debbano scendere.  Sono sempre più convinta che tutto sia legato al concetto di convenienza che la casa editrice voglia far passare per buono. Il “problema” vero degli editori che non vogliono adeguarsi,  risiede nel fatto che il lettore ha smesso di essere uno idiota compralibri tanto tempo fa.

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