Il mio nome è Emilia del Valle di Isabel Allende, recensione

Il mio nome è Emilia del Valle” di Isabel Allende è un gradito ritorno a casa per chi ama la scrittrice cilena e può rappresentare un ottimo modo per introdursi nel suo mondo letterario.

Perché leggere Il mio nome è Emilia del Valle

Ci troviamo infatti davanti a un romanzo di più di 300 pagine, dove molti elementi tipici della scrittura di Isabel Allende si palesano nel loro essere più crudi e sinceri. I temi sono praticamente sempre gli stessi: guerra civile, amore, la morte e famiglia. Ma a fare la differenza, rispetto ad altri romanzi della scrittrice, è proprio la protagonista. “Il mio nome è Emilia del Valle” ci racconta infatti la storia di una donna che si afferma nel suo tempo grazie al credere in sé stessa.

Figlia di Molly Walsh, soprannominata Santa Molly per via di un suo particolare approccio alla vita, la piccola Emilia avrà la fortuna di incontrare sulla sua strada, come padre adottivo, Francisco Claro. Quest’uomo, maestro di paese, tratterà la bimba come se fosse sua. Senza mai metterla nella condizione di sentirsi non amata.

Fattore importante per il resto del libro, tenendo conto che parliamo di un’ambientazione che inizia nel 1873, è il fatto che il patrigno le insegna che è la cultura a dar vita alla libertà di pensiero. Un concetto che, una volta cresciuta, farà suo in modo ineluttabile.
“Il mio nome è Emilia del Valle”, di Isabel Allende, racconta come la protagonista inizi a scrivere sotto pseudonimo maschile per riviste e periodici, storie d’avventura e romanzi a basso prezzo.

Un romanzo coinvolgente e interessante

La giovane pian piano costruisce una sua carriera, ma il guadagnare bene con i suoi romanzi da 10 centesimi e il successo generale sotto pseudonimo non le bastano. La donna vuole poterlo fare con il suo nome. Arrivando a un giornalismo di più alto livello, la protagonista si scontra con i pregiudizi dell’epoca, in particolare quando, nel 1891, insieme al collega Eric Whelan, l’unico a trattarla come merita, chiede di diventare corrispondente di guerra.

Forse questa è la parte del romanzo più intrigante e coinvolgente. Non perché i temi affrontati precedentemente non siano importanti, ma perché, a livello narrativo, sono diversi i momenti nei quali si vedono i personaggi avere a che fare con diritti umani allo sbaraglio tanto quanto il mondo intorno a loro.

Quando Isabel Allende ci regala romanzi che si svolgono su più decenni, è giocoforza pensare a La casa degli spiriti. Ma qui c’è molto di più, raccontato con il suo solito stile chiaro e coinvolgente.

Lascia un commento