Palazzo Sogliano di Sveva Casati Modignani, recensione

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Sveva Casati Modignani è una assicurazione di successo per ciò che concerne i romanzi rosa, famigliari e quelli capaci di farti venire il magone. Personalmente con “Palazzo Sogliano” ho voluto provare a riavvicinarmi alla scrittrice dopo tanti anni di fedeltà ai libri dell’orrore ed ai chick lit. La verità? Devo ancora comprendere se sono rimasta soddisfatta o delusa in qualche modo.

Questa sensazione è ovviamente strettamente legata alla motivazione che ad un certo punto della mia vita, per quanto vorace lettrice, mi ha portata a voler abbandonare i romanzi di Sveva Casati Modignani, ovvero la ripetitività degli intrecci. Non voletemene a male:per ciò che concerne lo stile, il suo l’ho sempre trovato dei migliori, anche quando da adolescente mettevo mano su ogni libro possibile.Ma per ciò che concerne le storie nello specifico,dopo un po’ mi sono stancata di avere a che fare sempre con romanzi che in qualche maniera seguivano un filo già vissuto. Lo stesso che mi è capitato negli anni con  Danielle Steele. Il piacere provato nel leggere la loro prosa non superava lo scoramento dato dalla mancanza di mordente generale. “Palazzo Sogliano” si trova a metà, nelle mie sensazioni personali, tra la contentezza di una sorta di ritorno a casa e quella noia radicata che pervade quando ci si rende conto che alla fine passano gli anni ma non ci si sposta di quanto dovrebbe dalla solita aria trita e ritrita.

Intendiamoci, apprezzo dannatamente le forti protagoniste femminili della scrittrice, le matriarche che  si sacrificano per la famiglia, le donne che lottano per ciò in cui credono e quelle che nascondo segreti. Ma la sensazione di “è sempre la stessa, quella del “gia visto” e quindi, il viaggio nella lettura non è stato poi piacevole come sarebbe potuto essere stato.

Ciò non toglie, che lo consiglio a chiunque ami il genere rosa e la scrittrice in generale.

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