La casa dei silenzi di Donato Carrisi, recensione

La casa dei silenzi” di Donato Carrisi è senza dubbio uno di quei libri che non solo soddisfa pienamente chi è fan dello scrittore. È anche uno di quei romanzi che volendo si adattano perfettamente a una lettura sotto l’ombrellone.

Di cosa parla La casa dei silenzi

Dobbiamo dire che la prima cosa che ci ha colpito di questo libro è stato l’inizio. E non sempre l’incipit è qualcosa che lascia il segno purtroppo. Immaginate di chiudere gli occhi, sicuri di entrare in un sonno tranquillo… ma invece di pace trovate una presenza oscura, silenziosa e implacabile.

Ecco, diciamo che partendo già da qui “La casa dei silenzi” di Donato Carrisi fa il suo lavoro. Senza correre il rischio di rivelare troppo anche ai neofiti dello scrittore, possiamo rivelarvi che il protagonista è Pietro Gerber, psicologo infantile e ipnotista, figura già conosciuta delle opere dell’autore. In questo caso è chiamato a indagare su Matias, un bambino di nove anni che soffre di incubi ricorrenti.

Come intuibile il piccolo ha problemi nel dormire. Ogni notte una misteriosa donna silenziosa, vestita di nero, appare nei suoi sogni, impedendogli di riposare e isolandolo sempre di più dal mondo esterno. Con tutto ciò che ne consegue.

Donato Carrisi all’interno de “La casa dei silenzi” costruisce la tensione attraverso le sedute di ipnosi, trasformandole in vere e proprie finestre sul subconscio. E questo porta a rendere ogni ricordo emerso uno strumento che abbatte il confine tra realtà e immaginazione. E conseguentemente Gerber si ritrova immerso in un mistero che lo riguarda in prima persona. Dato che la figura della “signora silenziosa” sembra insinuarsi anche nella sua vita, tra ronzii nella casa e ombre nella mente, facendolo dubitare del suo stesso equilibrio.

Ritmo e stile i punti forti

Uno dei punti di forza di “La casa dei silenzi” di Donato Carrisi è il suo ritmo. Esso è in pratica quello di un thriller psicologico. E di conseguenza l’atmosfera è gotica, quasi oppressiva. Spaventa e tiene il lettore incollato alle pagine. Anche se non si è propriamente dei cultori del genere.
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Altro elemento da considerare ed esaltare è l’uso ottimale dei colpi di scena unito a uno stile che resta sempre diretto, calibrato ma capace di evocare emotività al punto giusto. Insomma, “La casa dei silenzi”è un libro che ci sentiamo di consigliare.

Soprattutto a chi cerca un romanzo introspettivo a prescindere dal genere. Se si è fan dell’autore si ha quel che si vuole. Se lo si prova per la prima volta difficilmente si rimarrà delusi.

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