Recensione di Mancarsi, Diego de Silva

Mancarsi, Diego de SilvaHa occupato per molte settimane la classifica dei libri più letti e, dopo aver divorato l’ultima pagina e aver chiuso il romanzo, non è difficile, in fondo, chiedersi il perché. Mancarsi, ultimo romanzo di Diego de Silva, è una storia breve e intensa nella quale ogni lettore che sia stato innamorato almeno una volta può riconoscersi.

Il pregio, e il segreto del successo di questo romanzo, non sta nella fine, ma nel mezzo. Il libro è infatti costruito dalle riflessioni e gli eventi vissuti in prima persona dai due protagonisti del romanzo, un uomo e una donna che portano (e sopportano) sulle spalle il peso di un passato sentimentale difficile e sofferente con il quale ancora fanno i conti. Da una parte c’è Nicola, vedovo di una moglie assente dalla quale, forse e con il tempo, avrebbe chiesto il divorzio; mentre dall’altra vi è la schiva Irene, una moglie che, trasportata dalla passione, ha tradito il compagno per un collega di lavoro ed è stata in seguito abbandonata dal marito tradito.

Ognuno di loro, sebbene con un sentimento e un’emozione diversa, sentono su di sé il peso di quel “mancarsi”, la nostalgia dell’altro o di se stessi in un tempo passato: Nicola affronta nella mente discussioni mai affrontate reiterando una rabbia che avrebbe potuto espletare, mentre Irene, solitaria di se stessa, sembra sentire su di se la giovane donna di un tempo che, per principio o per timidezza, non ha mai potuto lasciarsi andare ed emulare “la scafatezza” delle sue coetanee.

Ho letto queste settanta pagine in due giorni, e non per motivi di tempo ma piuttosto perché, a metà del volume, ho dovuto riflettere e “digerire” i contenuti, le riflessioni. Tra le pagine del romanzo ho sentito la rabbia dei protagonisti, la loro delusione e, infine, un barlume di speranza. Sono le emozioni così vere ad aver affaticato la mia lettura (ho provato spesso a proseguire, due volte per la precisione, senza buoni risultati) e sprono chiunque voglia leggere il romanzo a proseguire senza fretta e a lasciare che Nicola e Irene irrompano nella propria vita permettendosi anche, perché no, di giudicarla e invidiarla. Bello, intenso e, solo alla fine, romantico.

Lascia un commento