qjualche ragione leggere libro

Qualche ragione per leggere un libro

qjualche ragione leggere libro

I lettori voraci non si pongono quasi mai il problema di dover trovare una ragione per leggere un libro piuttosto che guardare la televisione. E’ un atto spontaneo, mai faticoso che porta la fantasia a scorrazzare libera senza freni. Voi che rispondereste se vi ponessero questa domanda? Pensiamo a qualche ragione per leggere insieme.

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amanti lettura nasce o diventa

Amanti della lettura ci si nasce o diventa?

amanti lettura nasce o diventa

Amanti dei libri, amore per la lettura: per quante persone è effettivamente così? Una riflessione di un giornalista del Corriere ci sussurra che appassionati di libri e del mondo editoriale ci si diventa. Io aggiungerei in più un fattore: ci si diventa se si viene educati in maniera seria  e convincente del fatto che un libro possa rappresentare un’avventura migliore di uno sceneggiato o di un cartone animato in tv.

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perchè italiani non leggono

Perchè gli italiani non leggono?

perchè italiani non leggono

Le ultime statistiche in materia di lettura stilate dagli istituti di ricerca dovrebbero convincere l’italiano che davanti a lui vi sono due possibilità: quella di prendere in mano un libro (poco importa se cartaceo o digitale, N.d.R.) o in alternativa nascondersi in un eremo. Perché è assolutamente destabilizzante venire a sapere che nella patria di poeti e scrittori incredibili come i nostri, il 49,7% della popolazione legge meno di un libro l’anno.

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leggere fa bene cervello

Leggere fa bene al cervello

leggere fa bene cervello

Leggere fa bene al cervello: è questa la verità che tutti noi lettori sospettavamo e che ci viene confermata ora da uno studio condotto nell’ambito delle neuroscienze dalla dott. Susan Greenfield. La stimolazione derivante dalla lettura di un libro è in grado di funzionare come un tonico nei confronti del nostro cervello, aiutando a prevenire la comparsa di affezioni del sistema cognitivo e dell’Alzheimer.

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Lettori intolleranti

libreria

In casa ho appeso un poster, regalo di un amico, in cui campeggia la scritta Un uomo che legge ne vale due. Io l’ho sempre interpretata così: una persona che legge incontra le esperienze degli altri nei loro racconti, si inoltra in fantasie e desideri a lui sconosciuti, entra in contatto con culture lontane, conosce insomma di più gli altri uomini e attraverso di loro conosce meglio anche se stesso. In teoria.

In pratica, le cose stanno un po’ diversamente. Nella mia lunga carriera di lettrice, ho sempre sperato di incontrare appassionati di romanzi e saggi con cui scambiare opinioni, consigliarci titoli, approfondire gli argomenti affrontati nei racconti che ci sono piaciuti di più. La mia voglia di conversare mi ha portato però a fare un’amara scoperta.

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Perché leggere?

ragazzo legge

Sento che sta per venirmi un blocco del lettore: è quasi inevitabile dopo una di diversi mesi passati a leggere libri di qualsiasi genere e ad una certa velocità. E’ come mangiare nutella tutti i giorni per un mese: ti va venire voglia di un piatto di pasta in bianco.

Uno dei primi sintomi che il blocco è in arrivo è che comincio a chiedermi: ma perché bisogna leggere? Che bisogno c’è di imbottirsi la testa di parole, di leggere una chick lit quando ci sono mille film del genere o di buttarsi su di un classico quando il cervello è già in stand by da tempo?

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Il blocco del lettore

fotomontaggio libri gambe

Ebbene sì, esiste anche il blocco del lettore oltre a quello dello scrittore. Non parlo dello scarso interesse che molte persone hanno per la lettura, ma proprio del blocco di noi lettori abituali/bulimici che in alcuni periodi, sorprendendo noi stessi, non vogliamo avere a che fare con nessun pezzo di carta e nessuna scritta, compresi i cartigli dei Baci Perugina.

La prima volta che ho provato questa sensazione è stato subito dopo la laurea, però, diciamolo, la cosa aveva un senso: dopo un anno passato a leggere libri su libri, oltre a quelli degli ultimi esami, ero veramente in overdose da carta stampata. Senza contare che gli occhi mi facevano davvero male ed erano diventati, addirittura, iper sensibili alla luce.

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