David Albahari - L'esca

L’esca di David Albahari, recensione

David Albahari - L'escaL’esca è un romanzo breve ma intenso, il cui protagonista, aspirante scrittore serbo emigrato in Canada, decide di riascoltare la storia della sua famiglia e della guerra incisa da sua madre, dapprima riluttante, su di un magnetofono.

Riprendere i nastri, significa non solo ricordare la storia dei suoi genitori, ma anche dei giorni in cui, tornato dal Canada, lui stesso si accingeva a ricomporre la propria storia personale.

I momenti passati con sua madre, i suoi tentativi di farla sentire a proprio agio davanti al microfono, le loro frammentarie conversazioni a ridosso della narrazione, tutto si compone sotto i nostri occhi con pennellate precise ed efficaci.

Il romanzo, tuttavia, è ben più di questo perché ci offre diversi piani di lettura: seguiamo infatti la storia di una donna serba che si converte all’ebraismo, ma che poi per salvare i propri figli dall’olocausto insegnerà loro il segno di croce; seguiamo la storia dello scrittore, che allontanatosi dalla sua patria si ritrova senza lingua madre e cerca di ricostruire la propria identità proprio a partire dai racconti materni; seguiamo le sue conversazioni canadesi con un altro scrittore, che compone di capitolo in capitolo una sorta di mini manuale di scrittura creativa.

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copertina finestra russa

La finestra russa di Dragan Velikić

copertina finestra russaUn romanzo decisamente particolare, La finestra russa. Se devo essere sincera, non ho ancora ben capito se mi piace o meno. Da un lato infatti sono affascinata dalla storia di Rudi, dai salti spazio-temporali che Velikić compie, dal suo modo di narrare l’eros, l’amore o le passioni in generale, compresa quella per il teatro e per la scrittura.

D’altra parte, questo scrittore serbo, di fama ormai internazionale, ha una grande attenzione per il dettaglio. A volte il suo protagonista, che si descrive come uno che ama registrare e catalogare tutto, ci precipita in una narrazione strapiena di particolari (è qui che, lo ammetto, faccio fatica a proseguire).

In altri momenti, invece, quando Dragan Velikić ci mette in contatto con le passioni di Rudi, che si tratti di donne, tante, o di arte o della paura di perdere il controllo sulla sua vita, lo trovo molto più affascinante.

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copertina serbia hardcore

Serbia Hardcore: l’imperdibile diario di Dusan Veličković

copertina serbia hardcoreBelgrado. Nei Balcani c’è la guerra. Dusan Veličković, come molti altri, comincia con il tenere un diario.

Mette insieme appunti di vario genere, ma mano che la realtà intorno a lui cambia e registra i pensieri e gli umori propri, ma anche di chi gli sta intorno. Non pensate però che abbia realizzato una sorta di deprimente diario di guerra.

Gli appunti di Veličković sono pieni di aneddoti, di avventure, di dettagli spesso ironici quando non comici. Come un collage fotografico, ci consentono di farci un’idea del clima, dell’atmosfera di Belgrado.

I suoi commenti sanno però anche esseri amari e feroci, come quando racconta del giornalista italiano che lo raggiunge per poter scrivere un reportage e che vive di cliché sulla guerra.

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