Copertina case degli altri

Le case degli altri, recensione

Copertina case degli altriPremessa doverosa: 1. non mi piacciono i legal thriller e non amo i classici best sellers statunitensi; 2. in questo periodo sono talmente stanca che leggere mi risulta davvero difficile. Allora perché sono stata in piedi fino alle due per finire il libro, sapendo che mia figlia si sarebbe svegliata come al solito alle sei e mezza?

Perché Jodi Picoult scrive straordinariamente bene e perché Le case degli altri non è soltanto un thriller avvincente, di quelli che se non sappiamo come va a finire non ci dormiamo la notte,ma è in generale un bel libro.

Un libro anche importante, se consideriamo che si parla poco di autismo, di Asperger e della paura che noi esseri “normali” nutriamo nei confronti del diverso (diverso che spesso, nella nostra fantasia, equivale a pericoloso).

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jody picoult case altri

Jodi Picoult, Le case degli altri. In libreria dal 1 giugno

jody picoult case altriJodi Picoult, autrice di legal thriller, che secondo molti ha addirittura superato in bravura John Grisham, è conosciuta al grande pubblico per La custode di mia sorella. Pubblicata in Italia da Corbaccio, ha poi continuato ad affascinare i suoi lettori con Il colore della neve, Senza lasciare traccia, Diciannove minuti (anche in edizione TEA), Un nuovo battito e La bambina di vetro.

Il primo giugno esce anche da noi il suo nuovo romanzo Le case degli altri, storia di Jacob, adolescente dotato ma affetto dalla sindrome di Asperger (una variante dell’autismo) e di suo fratello Tom. Jacob ha una passione per i casi giudiziari e spesso si rende utile alla polizia. Tom non fa altro che spiare le famiglie che invidia per la loro normalità. Finché un giorno gli atteggiamenti tipici di Jacob, la sua incapacità di guardare le persone negli occhi, le sue manie vengono interpretati come indizi di colpevolezza per il recente omicidio della sua insegnante.

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Ore Giapponesi di Fosco Maraini

Ore Giapponesi, di Fosco Maraini, non è semplicemente un libro, è un viaggio, un viaggio lungo, di quelli in cui ci si perde tra i profumi del cibo, i suoni del mercato, le cerimonie religiose.

Un viaggio da fare con calma, senza fretta, senza distrazioni perché non siamo di fronte ad una guida del Giappone per chi intende visitarlo in una settimana, ma per chi vuol cercare di conoscere la cultura giapponese e gli abitanti di quei luoghi, per poi tornare a se stesso migliorato.

D’altronde sono le stesse dimensioni di Ore Giapponesi, più di cinquecento pagine, corredate di fotografie scattate dallo stesso Fosco Maraini, ad impedirci di correre. Solo così, d’altronde, è possibile capire come gesti apparentemente simili come fare il bagno o preparare il tè abbiano invece significati completamente diversi per un orientale ed un occidentale.

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