Il pannello, Erri De Luca

Recensione de Il pannello, Erri De Luca

Il pannello, Erri De LucaLeggere Il pannello di Erri De Luca è come tornare sui banchi di scuola e vivere, sulla propria pelle, la vergogna e la frustrazione di appartenere a un classe di liceo di cui non condividiamo idee e atteggiamenti; una classe di venti alunni che spesso ha fatto infuriare i professori trasformando anche noi, allievi studiosi e attenti seduti sui primi banchi di scuola, in una marmaglia di adolescenti anarchici, vittime silenziose di un gruppetto di bulli.

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come scrivere recensione libro

Come scrivere la recensione di un libro

come scrivere recensione libro

Come scrivere la recensione di un libro: ve lo siete mai chiesti? Personalmente non penso esista una tecnica universale, quanto più che altro dei consigli da mettere in pratica che possono essere considerati validi per qualsiasi opera e qualsiasi persona decida di elevarsi a recensore.

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Due partite, Cristina Comencini

Recensione di Due partite, di Cristina Comencini

Due partite, Cristina ComenciniE’ una sceneggiatura teatrale l’opera Due partite, di Cristina Comencini, un pugno di battute scambiate tra quattro donne che, ogni giovedì da anni, si riuniscono per giocare a carte e riflettere sulla loro vita affrontando temi che, in poche pagine, riassumono la condizione femminile negli anni ’60. Tradite, annoiate, materne, mogli incomprese e amanti: le quattro donne raccontate da Cristina Comencini hanno per amica la disillusione e la certezza di non poter cambiare la loro vita.

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come decidete se consigliare libro

Come decidete se un libro è da consigliare?

come decidete se consigliare libro

Come decidete se un libro è da consigliare? E’ una domanda che mi sono posta in questi giorni nel rispondere ad un commento di una nostra lettrice. La risposta più facile da prendere in una situazione del genere è: “beh, suggerisco di leggere ciò che a me è piaciuto”. Ma può essere un assunto valido a prescindere? Dopo attenta analisi, beh, devo ammettere che non è così.

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Recensione de Il linguaggio segreto dei fiori, di Vanessa Diffenbaugh

Il romanzo dell’esordiente Vanessa Diffenbaugh è sicuramente uno dei libri più letti di quest’anno, non solo in Italia ma in tutto il mondo. Il romanzo dell’esordiente ha stupito la critica che poche volte ha potuto apprezzare una trama così ben costruita dove l’intreccio amoroso viene condito da un sapere che colpisce il lettore e lo invoglia ad approfondire di più i contenuti che legge. In questo romanzo la protagonista, una giovane orfana dal nome Victoria, si apre al lettore lasciando intendere sentimenti ed emozioni che accenna a parole e che conferma con il linguaggio dei fiori che coltiva e che regala ai suoi interlocutori. Non tutti però parlano la sua stessa lingua e, mentre alcuni lasceranno la vita di Victoria senza voler veramente farne parte, altri si appassioneranno al suo magico dono, ossia quello di poter comunicare, attraverso steli e corolle, quello che Victoria e i suoi clienti non riescono a dire a voce.

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Recensione “Un karma pesante”

Eugenia è una donna speciale, una donna che nella sua quotidianità fatta di ciak cinematografici, famiglia e marito sembra ancora essere alla ricerca di qualcosa che le doni un’identità. Eugenia, una quarantenne realizzata nel lavoro, sente di non possedere l’amore e l’attenzione che merita. Immersa nei suoi ricordi, Eugenia cercherà di ritrovare se stessa negli anni dell’adolescenza e della crescita, anni che ha trascorso in giro per Londra, New York  e Milano senza però trovare qualcosa o qualcuno che le sia appartenuto davvero. Sposata a un uomo che la ama silenziosamente, Eugenia confronterà quell’amore maturo con le storie che ha vissuto in passato, relazioni che la vedevano sempre uguale all’uomo a cui era legata, fino a quando, con il matrimonio e la morte della madre, la donna si ritroverà a dover fare i conti con una vita caotica dove i rapporti, le relazioni e le persone devono trovare un senso e un’identità propria. Un karma pesante, quello appunto della protagonista, è l’ultimo libro di Daria Bignardi che racconta, con una narrazione cronologicamente slegata e una scrittura tagliente e assolutamente realista, la storia di una donna con la quale è facile confrontarsi.

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Recensione “La fine del mondo storto”

Cosa accadrebbe se gli uomini si ritrovassero un giorno in un mondo completamente diverso da quello a cui siamo abituati oggi? Cosa accadrebbe se, d’un tratto, la Terra, quella che ci ha allattato fino ad oggi fornendoci le risorse di cui ci siamo nutriti con avarizia, non avesse più “cibo” da destinare all’uomo? Cosa accadrebbe se tutte le risorse di petrolio terminassero? La fine del mondo storto affronta questa e molte altre paure in una sorta di favola dell’orrore, un incubo che diventa realtà nel romanzo di Mauro Corona e che viene pubblicato in un momento critico, quello in cui l’energia nucleare potrebbe essere preferita a quella naturale, la forza del vento, dell’acqua e del sole.

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Recensione de “Il libro delle parole altrimenti smarrite”

Il libro delle parole altrimenti smarrite è un volume curioso scritto da Sabrina D’Alessandro, un testo che si presenta  agli occhi dei lettori come un insieme di immagini stravaganti e parole dal significato oscuro e che vengono presentate una per volta agli occhi dei lettori che, forse con qualche sforzo, inizieranno a leggere e conoscere termini dimenticati dai parlanti dell’italiano standard, cioé da noi. Il libro delle parole altrimenti smarrite dedica ogni pagina a una parola che gode di un’origine molto antica, termini che venivano utilizzati dagli italiani di una volta, da poeti e scrittori della nostra letteratura e che suonano invece nuovi ai lettori di oggi che, quasi a fatica, ne tentano di riprodurre la fonetica segnando significati e modi d’uso per sbizzarrire amici e parenti durante una comune conversazione. 
Tutte le parole che trovate nel volume sono termini di origine molto antica ormai caduti in disuso e che la scrittrice si preoccupa di recuperare e inserire in questo libro, quasi come spinta dalla necessità e dalla speranza che questi termini tornino ad essere utilizzati.

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Sotto200: Recensione di “Io e te” di Niccolò Ammaniti

Io e Te colpisce il lettore per la sua intensità e perché, in fondo, la narrazione si svolge solo in un luogo, una cantina domestica. Qui Lorenzo cercherà rifugio da una bugia detta alla mamma e sempre nella stessa cantina farà ingresso anche un altro ospite, inatteso e determinante nello svolgimento delle vicende. Lorenzo è romano, fa le scuole superiori e, sebbene nessuno gliene renda merito, è un bambino speciale, un incompreso costretto a dover cercare rifugio nella solitudine e a dover adattarsi agli altri, alle loro mode, ai loro modi e ai pensieri che lui però non condivide affatto ma che ripete come un “insetto imitatore”. Lorenzo sente la necessità di essere accettato dal resto del gruppo, di sentirsi nel cuore di qualcuno, oltre che in quello della madre, e per questo motivo quando gli amici lo escluderanno dalla settimana bianca a Cortina, Lorenzo sceglierà di mentire ai genitori inventando un invito e una felicità che non gli appartiene sfuggendo alla verità cercando nascondiglio nella cantina di casa. Dieci scatolette di Simmenthal, venti di tonno, tre confezioni di pane di cassetta, sei barattoli di sott’olio, dieci bottiglie di Ferrarelle, succhi di frutta e Coca Cola, un barattolo di Nutella, due tubetti di maionese, biscotti, merendine e due tavolette di cioccolata al latte.

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