Come vendere di più in una libreria “tradizionale”?

L’avvento di Amazon e degli altri online retailer hanno dato un duro colpo allo sviluppo delle librerie. Tuttavia, guai a pensare che le librerie abbiano esaurito la propria forza commerciale e di servizio: soprattutto quelle indipendenti, infatti, possono ritagliarsi uno spazio discreto in un mercato sempre più digitale e immateriale. Ma come?

In primo luogo, è importante pensare che la libreria debba fondarsi sulla figura del libraio, e non del “semplice” commesso venditore, o magari di un algoritmo. Solamente un libraio, appassionato e consapevole, può approcciare con il lettore con una proposta originale e personalizzata, erogando un servizio di consulenza che potrà ben fare la differenza rispetto a quanto potrebbe invece avvenire con un online store.

Insomma, anche in un mondo sempre più virtuale e digitale, sono le persone a fare la differenza. E questo vale, si tenga conto, soprattutto in un ambito di concorrenza perfetta (un libro è pur sempre un libro, sia acquistato online che nel negozio su strada).

Ad ogni modo, appare evidente come non di sola professionalità e cortesia si possa vivere. È infatti sempre più indispensabile che la libreria possa evolvere l’organizzazione dei servizi di vendita mediante un buon CRM che possa migliorare il coordinamento, l’integrazione e l’efficacia delle attività di vendita e il raggiungimento degli obiettivi del proprio team.

A quanto sopra si aggiunga anche la necessità che la libreria possa arricchire la propria proposta complessiva con una serie di servizi che, evidentemente, il web non potrà mai offrire. Si pensi, a titolo di esempio non certo esaustivo, alla possibilità di proporre dei corsi guidati di lettura, workshop, eventi di presentazione, e così via. Si tratta di una serie di situazioni e di iniziative a fortissima dedizione sociale, in grado di appassionare e fidelizzare i lettori alle proprie strutture.

Insomma, da quanto sopra si può facilmente evincere come il futuro delle librerie sia nella focalizzazione sulle persone, sulla relazione personalizzata e declinata con ogni singolo lettore, sull’organizzazione di eventi e altre attività che il web non può garantire (o non può assicurare nelle modalità e nella profondità che la libreria vuole predisporre), e così via. Il tutto, peraltro, senza dimenticare la possibilità che anche la libreria “tradizionale” possa divenire un luogo più fluido, con l’apertura di un canale di distribuzione e di comunicazione online (o, meglio, più canali), e che dunque possa evolversi in uno scenario di maggiore vicinanza alla clientela che non può recarsi di persona nei propri locali.

Ultimo, ma non meno importante, la considerazione su una delle tendenze maggiormente evidenti nel mondo contemporaneo: la specializzazione. La libreria potrebbe infatti ben pensare di dedicarsi in misura esclusiva o prevalente a un determinato genere letterario, andando così a realizzare una proposta sempre più accurata, e ritagliandosi una nicchia meglio difendibile rispetto alle operazioni delle librerie generaliste.

E voi che ne pensate? Quale sarà il futuro delle librerie? E quali le leve adoperabili per una corretta crescita sostenibile?

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