The Cage, di Lorenzo Ostuni: recensione

The Cage di Lorenzo Ostuni è uno young adult particolare: ovviamente adatto alla giusta fascia di età al quale è dedicato, se si tralasciano alcune pecche tecniche relative alla scrittura, può rivelarsi un romanzo piacevole, a prescindere che si ami o meno il genere.

L’autore, conosciuto come Favij per migliaia di ragazzini e giovani, anche grazie al supporto di Jacopo Olivieri, è riuscito a dare vita ad un libro dalla trama interessante e coinvolgente soprattutto all’inizio. La vera pecca sono un p’ le descrizioni. Non avendo mai avuto il piacere di leggere Olivieri non so dire se si tratta anche di un suo problema, ma quel che si nota quando si legge “The Cage” è che l’influenza dei videogiochi nei quali il ragazzo è maestro nella risoluzione un po’ si riscontra nel modo in cui la narrazione è organizzata. Un problema per chi non ha molta dimestichezza con gli stessi ed un punto di forza per coloro che ne sono appassionati e che mal sopportano una prosa descrittiva “tradizionale“.

Insomma, il vero difetto di questo libro è in parte il modo in cui è stato scritto: forse curato un pochino di più avrebbe potuto attirare maggiormente anche coloro che non amano libri come Maze Runner o Hunger Games, o soddisfare anche alcuni fan di Lorenzo Ostuni che pur apprezzando moltissimo il libro hanno trovato qualche problema con alcune descrizioni, al pari di quegli adulti che hanno deciso di leggere questo libro per ragazzi. Detto ciò per essere il suo esordio e nella narrativa tradizionale, non si può che approvare il risultato finale.

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