Patrizia Violi - Affari d'amore

Affari d’amore di Patrizia Violi

Patrizia Violi - Affari d'amoreAffari d’amore è il terzo romanzo di Patrizia Violi, giornalista milanese, ed è secondo me il migliore. É stato interessante vedere in questi anni come la sua scrittura si sia di volta in volta affinata e come i suoi personaggi siano diventati sempre più credibili e ben cesellati.

Le protagoniste di Affari d’amore sono quattro donne che solo apparentemente sembrano uscite dalla solita chick lit. Non sono infatti portatrici sane di alcun cliché, anche se sono spaventosamente simili ad alcune persone che ho incontrato nella mia vita e ci costringono a chiederci:

Può una donna rinunciare a se stessa, alle proprie capacità, ai propri sentimenti per garantirsi un futuro economicamente vantaggioso?

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Muore Walter Bonatti, l’amore per i monti nei suoi libri

L’annuncio è stato dato dall’editore Dalai: Walter Bonatti, leggenda dell’alpinismo italiano, è mancato oggi all’affetto dei suoi familiari e di tutti coloro che da tempo lo sostenevano ammirando il lavoro dell’alpinista e condividendone con lui la passione per la montagna. Bonatti, mancato all’età di 81 anni, era anche un importante scrittore, oltre che un celebre scalatore.

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Reporter di guerra italiani, le testimonianze

Ci sono libri che non invecchieranno mai e che ognuno di noi, a prescindere dai propri gusti personali, dovrebbe leggere almeno una volta. E’ il caso di Il braccio dietro la schiena, Storie dei giornalisti in guerra, una raccolta di testimonianze, a cura di Mimmo Candito, dei reporter che ci hanno raccontato il mondo in conflitto, rischiando la propria vita.

Il volume raccoglie le riflessioni più disparate sul mestiere del giornalista di guerra, gli aneddoti sul campo e le considerazioni su come la televisione abbia modificato la professione, mettendo spesso in primo piano chi racconta e non gli eventi da raccontare.

E’ dunque questo, potremmo chiederci, che fa di un giornalista un buon giornalista? La sua capacità di scomparire dietro la storia anche se comunque il suo modo di vederla e descriverla apparirà, sarà presente in ogni pezzo?

La domanda più importante, secondo me, è però: perché fare questo lavoro? Perché rischiare la vita? Ha senso morire per raccontare una guerra che non è la nostra e che spesso neanche capiamo? Dove il mestiere diventa una missione, assume con sé uno scopo che da senso alla stessa vita di chi lo sceglie?

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