Uno scrittore su misura: svantaggi della fama

uomo costruito libriE’ un tema che ho già affrontato, quello del cosa ci aspettiamo dal nostro scrittore preferito. Lo riprendo a causa di un interessante post pubblicato da Licia Troisi sul suo blog.

Prima di partire per la nostra riflessione ecco alcune righe della sua:

Quando leggo un libro, cerco una storia, non cerco un amico. So che Salinger ci ha ingannati tutti, con quella storia del “Quelli che mi lasciano proprio senza fiato sono i libri che quando li hai finiti di leggere e tutto quel che segue vorresti che l’autore fosse tuo amico per la pelle e poterlo chiamare al telefono tutte le volte che ti gira.” Purtroppo non funziona così. L’unica cosa che l’autore ti dà è una storia.

Non una spalla su cui piangere, non un amico, non un juke box che sforni storie a tuo piacimento. La persona dell’autore, l’ho detto un miliardo di volte, non è allegata al libro, neppure quando ti fanno credere che sia così.


Il punto è: il fatto che possiamo relazionarci più facilmente di prima agli scrittori, rende legittimo che pretendiamo da loro un rapporto più intimo? Oppure dovremmo ricordarci che noi abbiamo diritto solo ad un rapporto con il libro, con il romanzo e che la persona che lo ha scritto potrebbe essere completamente diversa da come la immaginiamo?

Nella nostra mente, chi ha scritto versi d’amore è sicuramente una persona romantica. Chi scrive romanzi erotici ha una vita sessuale folle e produttiva. Chi scrive di thriller è o un poliziotto nato o un aspirante delinquente.

Ne consegue che quando lo scrittore in questione si rivela un po’ di più o esprime la propria opinione su alcune questioni, siamo pronti ad idolatralo o ad abbandonarlo come amanti feriti. Siamo un po’ prevedibili e tristi da questo punto di vista.

Insomma, davvero oggi gli scrittori cominciano ad avere gli stessi problemi, anche se in misura minore, delle star? Il tema è interessante anche perché mai prima d’ora la relazione autore-lettore è stata così articolata. Prima non c’erano i blog e gli incontri avvenivano solo, se possibile, in salotti elitari.

Per quanto scrittrici come la Troisi e la De Lillo ci garantiscano che in realtà ciò che loro considerano davvero privato non arriva nei blog, al fan tutto questo non arriva. Circola la potente illusione delle distanze ravvicinate, della confidenza, del diritto del fruitore di un’opera a relazionarsi con il creatore della stessa. Voi lettori di Libri e Bit cosa ne pensate?

Photo Credits | markhillary su Flickr

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