I passi dell’amore, di Nicholas Sparks

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Una storia romantica, struggente, ma allo stesso tempo di denuncia. L’ho sempre visto così “I passi dell’amore” di Nicholas Sparks. E’ impossibile, infatti, non soffermarsi, prima del suo cambiamento, sulle azioni del protagonista Landon Carter e su quanto maleducate e politicamente scorrette siano. Dire che non fosse un po’ il “villain” della situazione all’inizio sarebbe pura ipocrisia.

Tolto questo aspetto, rimane però una delle storie d’amore più romantiche io abbia mai letto. Non posso fare il paragone con le altre opere dello scrittore: non apprezzo particolarmente il suo modo di scrivere e la curiosità di leggerlo è nata più che altro a causa delle visione dell’omonimo film con Mandy Moore e Shane West che se possibile rende ancora più dolce e più struggente l’intera situazione.

Il bello di un libro come “I passi dell’amore” è che sebbene possa stare antipatico uno stile, o non essere troppo gradevole il ritmo, la caratterizzazione dei personaggi è così acuta ed interessante da farti passare davvero sopra a difetti che in altri contesti, su altri libri, difficilmente sarebbero stati considerati accettabili. Si sussurra da tempo che per scrivere questo romanzo, Nicholas Sparks si sia ispirato in parte alla storia della sorella Dana, morta nel 2000 per un male incurabile. Lo scrittore non ha mai confermato questa eventualità ufficialmente.

Il contrasto tra i due personaggi è uno dei liet motiv dell’intero libro. E lo scrittore gioca molto su questo fatto, fino a far comprendere “di botto” Landon Carter alla fine non è che un ragazzo “idiota” come tanti e che la purezza di Jamie Sullivan sia la giusta medicina per fare di questo sbruffoncello un ragazzo per bene.  Tra le cose che trovo più gradevoli vi è sicuramente il fatto che l’intero incontro si snodi come un flashback del Landon adulto. Vi dirò la verità però: ho preferito di gran lunga il film.

Voto: 6,5

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