L’ospite di Stephenie Meyer: recensione

Stephenie Meyer non è solo Twilight ma è anche “L’Ospite”. Il libro fu fin dalla sua uscita un best seller, rimanendo in classifica per il New York Times per ben 26 settimane. E’ la riprova che la scrittrice è  in grado di caratterizzare personaggi ben più complessi rispetto a quelli della saga che l’ha resa famosa.

E’ una sottolineatura che va fatta: la semplicità dei personaggi e del suo linguaggio è stato un fattore da sempre osteggiato dai detrattori della saga. L’Ospite è esso stesso l’inizio di una saga. Il secondo libro, L’anima, è da poco stato concluso dall’autrice e fra non molto, si sussurra, verrà dato alla stampa.

Il volume narra la storia di Wanda, un anima (un’extraterrestre) inserita all’interno di un corpo umano. Solitamente, dopo un po’ di tempo, l’anima terrestre si spegne, lasciando il posto a quella ospite. Questa popolazione aliena è in realtà una popolazione pacifica che in questo modo punta a cambiare con il suo modo di fare e la sua tecnologia tutte le popolazioni particolarmente litigiose e pericolose del cosmo.

Wanda viene inserita nel corpo di Melanie, una terrestre dal carattere molto forte che nonostante il curriculum della aliena, tra le migliori a “pacificare” gli esseri ospitanti,  sembra non essere assolutamente intenzionata a lasciarsi spegnere senza combattere. Vanda, conosciuta con il nome di anima “Viandante”  prima di giungere sulla terra ha vissuto su altri otto pianeti, e condivide con Melanie sensazioni e ricordi. Sono proprio loro a spingerla a  cercare le persone care alla terrestre.

Riesce a trovarle e dopo un periodo nel quale viene tenuta come prigioniera, riesce a conquistare la fiducia della popolazione umana, nonché l’amore di uno di loro.  Anche l’ex ragazzo ed il fratello di Melanie si affezionano a lei, in modo e tempi diversi. E quando la stessa decide di insegnare al medico dei “ribelli” come rispedire le anime nel loro pianeta, sacrificandosi, gli stessi faranno in modo tale che lei possa continuare a vivere con loro, in un nuovo corpo umano nel quale non vi era più traccia dell’abitante umano.

Anche in questo caso la peculiarità più grande di Stephenie Meyer è quello di riuscire a far vivere al lettore le emozioni dei suoi protagonisti. In tutto e per tutto, senza filtro alcuno.

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