Origin di Dan Brown, recensione

Va ammesso quando si tratta di Dan Brown il non apprezzare lo stile rappresenta un problema non indifferente, soprattutto se letto tradotto: approcciare Origin in lingua originale è stata una salvezza perché in grado di migliorare un approccio quasi mai contento.

La prima cosa che si nota leggendo Origin di Dan Brown è che come scrittore, ed a prescindere dalla serie stessa, lo scrittore si è letteralmente ghettizzato da solo: non è un problema alla fine visto che il fanbase è ampio e la trasposizione cinematografica praticamente scontata finché Tom Hanks sarà d’accordo a parteciparvi. Detto questo, in questa ennesima avventura di Robert Langdon ad essere in pericolo sono le scoperte dell’amico ed ex allievo Edmond Kirsh. Il futurologo è in pericolo e con lui le sue scoperte. Inutile dire che come sempre si correrà contro il tempo e tentando di sfuggire il più velocemente possibile per salvarsi e salvare vite.

Il vero peccato? Manca la componente artistica in questo caso e c’è da esserne certi, non sarà qualcosa che passerà inosservato nel corso della lettura, anche nei fan più sfegatati dello scrittore. In generale Dan Brown fa un buon lavoro in questo libro per ciò che concerne l’intrattenimento della lettura e davvero, se si hanno problemi con la traduzione dei suoi libri, la lingua originale riesce a dare una spinta positiva in più. Un libro consigliato? Si, ovviamente per chi ama l’autore ed il personaggio di Robert Langdon ed un ottima occasione per approcciarsi in generale a questo autore straniero.

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