E’ morto Steve Jobs: si prevede un boom di biografie

Dopo 7 anni di lotta contro il mare incurabile che lo ha colpito nel 2004, Steve Jobs, fondatore della Apple, muore a 56 anni. Un avvenimento che accade in un periodo nel quale, soprattutto dopo il suo annuncio lo scorso agosto dell’abbandono all’azienda, decine di biografie, più o meno autorizzate, si sono affacciate al mercato o sono state annunciate in pompa magna. Che fine faranno? Io scommetterei su un boom incontenibile di vendite.

E non è difficile indovinare perchè: Steve Jobs prima che un inventore, per tutto il mondo era un personaggio, un esempio da emulare. Dal nulla ha costruito un impero, è stato capace di rivoluzionare il modo di telefonare, di sentire la musica, di approcciarsi a tutta una serie di dispositivi termoelettronici che non erano nemmeno lontanamente considerabili di consumo. L’iPod cambiò la storia della musica. L’iPad, nel 2010, rivoluzionò il modo di concepire la lettura, portando il tablet a divenire un diretto concorrente degli ereader chiamati a gestire il libro elettronico, l‘ebook.

Con la morte di Jobs, non accadrà come con Amy Winehouse: non vi sarà la corsa alla prima biografia sulla persona: gli scaffali delle librerie sono piene, ed allo stesso modo anche quelle virtuali degli ebook store.  Ma si può stare certi che tutti, anche coloro che erano detrattori della Apple, ora avranno curiosità di capire meglio questo uomo ed esplorarne virtù, vizi e vita. Le tre “V” che diventano imperativo alla morte di un personaggio pubblico come lui.

Ciò che è innegabile e che è riscontrabile in qualsiasi biografia a lui dedicata, è che si parla di un uomo dotato di un carisma straordinario dall’inventiva fuori dal comune. I suoi aforismi hanno fatto storia: “Pensate differente”, “Siate affamati, siate folli”. Era un tipo davvero particolare. Che con il suo essere normale ma geniale  rappresentava il futuro. Un futuro possibile, che ha perso però la sua guida, il suo mentore.

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