Scrittore a chi?

scrittore convegno Va bene, lo confesso. Sono anche io una di quelle italiane/italiani che cerca di avere un romanzo nel cassetto. Non è facile scrivere quando hai da lavorare e da mandare avanti una famiglia. Ecco perché una volta esistevano i mecenati, che credevano in te, ti prendevano sotto la loro ala protettiva e ti sovvenzionavano. Certo, a volte per ripagare la loro gentilezza dovevi fare della loro vita un’agiografia o dedicare loro alcune delle tue opere, ma, alla fin fine, eri libero di scrivere.

E oggi? Se non hai un metabolismo iperattivo te lo scordi di riuscire a scrivere un libro. Il che non è poi sempre un male, perché a furia di posticipare cominci a scrivere dopo i quaranta, quando forse, salvo rare eccezioni, hai davvero qualcosa da dire.

E tutti gli scrittori under trenta che si trovano in libreria? Volete davvero che vidica come la penso? Molti scrittori sono bravi, ma molti dei loro libri sono parti prematuri.

Siamo pieni di romanzi, racconti, chick lit, libri umoristici che non dovrebbero vedere la luce. Gli editori, lo dico da lettrice e non da persona che lavora nel settore, sembrano aver rinunciato a coltivare le nuove generazioni di scrittori. C’è una corsa al best seller, al cercare l’esordio dell’anno, il nome da sbattere tra i finalisti dei vari premi e delle rassegne stampa.

Non che io non apprezzi i giovani scrittori o che non abbia ammirazione e rispetto per il lavoro che hanno svolto, il tempo impiegato, perché scrivere un libro è davvero faticoso, emotivamente e fisicamente. Tuttavia, come dice una mia amica lettrice, sembra che manchino i contenuti. Saper scrivere bene e in modo scorrevole è un gran pregio, ma poi? Il tuo libro mi resterà in mente? Lo conserverò nella libreria per passarlo agli amici e ai miei figli?

Forse non dovrei farne una questione di età, perché oggi scrivono davvero tutti, a qualsiasi età e qualunque sia il loro vero mestiere e visto che io sono sempre altamente critica, devo riconoscere che se potessi scegliere i libri da vendere nella mia libreria sarebbero davvero pochi. Come dice Darnton, però, cultura e affari vanno a braccetto e se vuoi sopravvivere devi adeguarti.

In questo modo, però, mentre una volta essere uno scrittore significava essere in qualche modo un pensatore, una persona degna di rispetto, oggi rischia di sembrare un’offesa: scrittore a chi? A volte mi sa che sono proprio vecchia come Schopenhauer.

Photo Credits | Gage Skidmore

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