Una lacrima color turchese di Mauro Corona, recensione

Ho riprovato a leggere Mauro Corona affidandomi a “Una lacrima color Turchese“. E se devo essere sincera è andata leggermente meglio della sua opera da me precedentemente letta. Forse è pian piano subentrata una certa familiarità con uno stile che non era comunque mio, o forse è stata la storia proprio.

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Leggendo infatti “La voce degli uomini freddi” di Mauro Corona ero rimasta soddisfatta del messaggio lanciato dal libro e meno dallo stile. Con “Una lacrima color turchese” le cose sono leggermente migliorate. La trama, va detto, anche in questo caso è spettacolare. Sembra una stupidaggine, ma immaginate vedere sparire dai presepi di tutto il mondo la statuetta di Gesù Bambino. Una volta stabilito che bambini, cani, mariti, mogli non sono coinvolti, ci si trova a chiedere chi possa aver pensato e messo in atto un piano grandioso per “rubare” parte del significato vero del Natale, espresso con il presepe.

Anche in questo caso ovviamente c’è una morale e Mauro Corona ci aiuta a coglierla appieno. Ad essere chiamato in causa è il falso perbenismo della società, che talvolta è più pericoloso della malevolenza in qualche modo. Perché tenta di coprire le vere intenzioni, ciò che non va con una maschera che si rivela quasi sempre inutile. E quando un messaggio del genere viene dato con delle storie semplici, magari con uno stile non propriamente congeniale (ma è mio gusto, N.d.R.) ma comunque scorrevole, non ci si dovrebbe lamentare affatto. Ma dedicarsi alla lettura, arricchire in tal senso il proprio vocabolario ed andare avanti.

 

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