L’abbazia dei cento delitti di Marcello Simoni, recensione

L’abbazia dei cento delitti” di Marcello Simoni è per me come un ritorno a casa. L’effetto che provoca è sempre lo stesso e seppur nessuna novità sembra effettivamente saltare fuori alla lettura, come altro capitolo della Codice Millenarius Saga, questo romanzo di certo non delude.

 

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Per ciò che mi riguarda lo stile e la capacità di scrittura di Marcello Simoni rappresentano sempre quella sfumatura in più che difficilmente mi tiene lontana dai suoi libri. Non sono ancora giunta al semi fastidio che provo nel leggere nuovi romanzi di Danielle Steele o Sveva Casati Modignani che per quanto belli ed interessanti si ripetono. Con “L’abbazia dei cento delitti” lo scrittore per quanto ridondante in alcuni casi continua a non deludere perché in grado di scrivere dei thriller storici credibili ed interessanti. E questa è una peculiarità che sicuramente vale il solo prezzo del libro. Su questo non ho nessun dubbio davvero.  Ritroviamo Maynard de Rocheblanche esattamente dove lo abbiamo lasciato e questo è confortante, specialmente in alcune tipologie di saghe dove se lo stesso scrittore si perde, comprendere dove si fa a finire è difficile. Non voglio onestamente svelarvi dettagli della trama per non rovinarvi la sorpresa: quello che vi posso confermare è che si tratta di un romanzo perfetto per un’estate calda come questa.

Come sempre uno dei più grandi tratti di Marcello Simoni è quello di mescolare abilmente storia e fantasia: non fatevi scappare l’occasione di leggere la sua opera: anche in questo caso ne vale la pena, senza alcun dubbio.

 

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