Jonathan Franzen contro l’ebook: meglio il libro stampato

ebookJonathan Franze è un talentuoso artista dei nostri tempi. Classe 1959, è uno degli autori di best seller statunitensi più apprezzati, e non solo in patria. Da sempre abituato a dire ciò che pensa senza filtri, tanto da far “impazzire” più di una femminista, questa volta lo scrittore prende di mira l’ebook, non considerandolo nemmeno lontanamente un libro e sottolineando come solo i compendi di carta stampata possano fregiarsi di tale titol0.

Ad essere sinceri, una reazione del genere da un tale letterato non ce l’aspettavamo proprio. Dopo Ray Bradbury avevamo l’impressione che l’apice in tal senso fosse stato già toccato: ci sbagliavamo.

Ospite all’ Hay Festival di Cartagena in Colombia, Franzen ha dichiarato:

Magari tra 50 anni nessuno si preoccuperà dei libri di carta, ma io sì. Quando leggo un libro, tengo in mano un determinato oggetto in un determinato momento e in un determinato luogo. Il fatto che quando io prendo il libro da uno scaffale dica sempre la stessa cosa, beh, è rassicurante.

Un discorso puramente estetico? Forse. Ha infatti così continuato:

C’è chi ha lavorato duramente per scrivere in un certo modo, esattamente come avrebbe voluto. Ne era così sicuro da stamparlo a inchiostro su carta. Uno schermo dà sempre la sensazione che potremmo cancellare o spostare tutto questo. Per una persona appassionata di letteratura come me, [l’ ebook] semplicemente non è abbastanza permanente. Per i lettori seri è una parte dell’esperienza. Tutto il resto è fluido nelle nostre vite, ma un testo è qualcosa che non cambia.

Un piccolo commento personale in questo caso lo trovo necessario. Chi vi scrive è una lettrice seria, adorante il profumo dei libri appena compranti, la sensazione dei differenti tipi di carte, e letteralmente soggiogata dall’odore dei libri antichi. Ma è anche una persona che per poter raggiungere i libri di suoi interesse, si è dotata di un lettore ebook.

E la verità, come sempre è nel mezzo: è vero, manca la sensazione tattile della carta, l’odore di stampa. Ma un ebook è un libro a tutti gli effetti: nulla sparisce e nulla si dimentica. Le sensazioni sono le stesse, le lacrime versate su commoventi frasi hanno lo stesso sapore. Di buono c’è che sprechiamo meno alberi, ed i prezzi scendono.

2 commenti su “Jonathan Franzen contro l’ebook: meglio il libro stampato”

  1. Sprechiamo meno alberi, ma credi davvero che produrre un e-book sia meno inquinante? E comunque Franzen non fa un discorso puramente estetico (anche se ogni discorso critico contiene sempre un discorso estetico, anche il più banale e perbenista dei discorsi critici). Franzen parla invece di esperienza materica, tattile. Franzen ha ragione o torto? Franzen è anti moderno? Non ha importanza. Ha importanza che Franzen continui a dire quello che vuole. Se lo può permettere. Per le opinioni consolatorie e concilianti, ci saranno sempre gli scrittori al servizio del mass-marketing.

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    • Non hai torto, non posso dire il contrario. Io posso però portare la mia esperienza personale, come ho fatto d’altronde sul pezzo. E sono sincera ( e non pagata da aziende produttrici di ereader o simile) quando dico che mi piace l’ebook e che non trovo differenza tra lui ed un libro normale. Anzi, io sono stata in grado di raggiungere dei testi che altrimenti non avrei trovato e non mi sarei potuta permettere.Sai quale è il fatto? Io su Ray Bradbury ci scherzo su ( mi piace farlo) ma capisco un novantenne che non si sa adeguare alla tecnologia. Mi risulta difficile accettare una posizione del genere da una mente ancora giovane, ma soprattutto intelligente come quella di Franzen. Io adoro l’odore dei libri, sembro una matta quando li compro e li sniffo letteralmente fino a che non perdono quel classico aroma di nuovo. E lo stesso faccio con quelli antichi e dai 50 anni in su che ho in casa. Ti dirò: ho nicchiato molto prima di cedere all’ebook, e non solo per problemi di prezzo… ma mi son dovuta ricredere 🙂

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