Ebook: in Italia è flop

Gli ebook in Italia non decollano. Nonostante  il libro elettronico rappresenti nel resto del mondo uno dei compendi più importanti per ciò che riguarda  la letteratura, nel nostro paese non si riesce ad ottenere un trend simile.

A chi è imputabile la colpa? Ai prezzi alti o a delle campagne informative sbagliate?

L’associazione italiana editori lancia l’allarme: i libri fanno decisamente più fatica della musica e della fotografia  e della televisione a diventare digitali. Anche rispetto alle altre nazioni d’Europa siamo il paese arretrato per ciò che riguarda diffusione di ebook. Ovviamente poi, è inutile parlare di confronto con gli Stati Uniti.

Sono molti problemi che ancorano gli ebook all’insuccesso: prima di tutto un problema di tipo economico. L’Iva al 20%, contro quella al 4% tipica delle edizioni cartacee non fa altro che scoraggiare i consumatori, che preferiscono di gran lunga continuare ad utilizzare i libri tradizionali. A tutto ciò si aggiunge la scarsità di diffusione degli e-reader, data dall’incapacità della popolazione di accettare il passaggio dalla carta allo schermo, nonostante ci si possa guadagnare al livello di peso. Buona parte del problema è derivante anche dal prezzo degli stessi.

Tutto ciò porta  gli editori a non rischiare nel settore, non producendo di conseguenza libri digitali, mantenendo sempre sullo 0.25% le conversioni “foglio-monitor”.  E il tutto si traduce in un totale laconico di 9 mila titoli disponibili.

Il direttore di Edigita, Renato Salvetti, spiega il suo punto di vista, sottolineando che per fortuna, in qualche ramo, la situazione sta cambiando:

Sul ramo accademico però qualcosa si sta muovendo. Case editrici come Egea, Liguori e Simone stanno dando segnali incoraggianti. Il mercato comunque sta andando come avevamo previsto. Il problema principale del settore, a mio parere, rimane il ristretto numero di titoli convertiti in digitale. Per ora siamo intorno alle 9mila opere, un numero neanche paragonabile a quello presente nelle librerie. Se gli editori continueranno ad attendere che il mercato parta da solo rischiamo di ritrovarci in una situazione di stallo.

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