Twilight, di Stephenie Meyer

Twilight è ormai diventato sinonimo di successo mondiale e orde di ragazzi e adulti appassionati di vampiri. Ma è soprattutto l’opera prima di una scrittrice, Stephenie Meyer , attualmente tra le più prolifiche in termini di vendita.

Twilight e è una storia d’amore, ma al contempo di lealtà e di passione. Narra le vicende di Bella ed Edward. La prima è un’umana, il secondo, come ben presto la nostra eroina scoprirà, è un vampiro.

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Biblioterapia: la cura in un libro

Leggere è una terapia riconosciuta che, a dispetto dell’idea comune, affonda radici nel lontano 1930 quando venne riconosciuta negli Stati Uniti come vera e propria cura della mente e dello stato psichico dell’uomo che trae giovamento semplicemente dalla lettura di un libro.

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Joumana e Shahrazad: le donne arabe sono libere

Joumana Haddad è una giornalista araba, libanese per l’esattezza. Ha quarant’anni e segue le pagine culturali del contestatissimo quotidiano An Nahar. Contestato perché considerato di centro sinistra e boicottato, così come sono boicottati i giornalisti che vi lavorano.

Il suo editore Gebran Tueni venne assassinato nel 2005. Tutto questo per chiarire in che posizione si trova l’autrice del libro Ho ucciso Sharazad.

Joumana Haddad è però anche poetessa e fondatrice della rivista Jasad che in arabo vuol dire corpo. Le poesie della Haddad sono poesie erotiche e la sua rivista viene considerata pornografica.

In realtà cerca di esplorare il discorso sul corpo attraverso la letteratura, l’arte, la scienza. Argomenti tabù per molti arabi, come lo sarebbero in realtà anche per molti italiani. Perché dunque leggere questo libro?

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Vittime per sempre di Barbara Benedetelli

E’ uscito per la Aliberti editore il volume Vittime per sempre, della giornalista e autrice televisiva Barbara Benedettelli.

In genere quando leggo la parola vittime faccio un passo indietro: temo sempre di ritrovarmi di fronte libri o trasmissioni televisive o articoli che offrono uno sguardo di finta pietà sulle storie che raccontano e puntano invece ad attirare lettori e spettatori con dettagli macabri o primissimi piani decisamente irrispettosi delle persone.

Non è però il caso di questo libro, che si avvale anche della preziosa prefazione di Rita dalla Chiesa. In Vittime per sempre, Barbara Benedettelli ci conduce in una severa riflessione sull’attenzione che lo stato riserva da un lato alle Vittime, comprendendo con questo termine anche la famiglia delle persone uccise, e dall’altro agli assassini.

L’autrice non fa mai il gioco facile del linciaggio. Cerca invece di approfondire, in maniera comprensibile a tutti, il discorso della giustizia. Riporta storie che conosciamo tramite la cronaca, i commenti dei familiari delle vittime (espressione cui cercherà di dare un nuovo significato), quelli degli esperti e una serie di note sulla legislazione italiana.

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L’amore e gli stracci del tempo, la recensione

L’amore e gli stracci del tempo è una storia che è appartenuta al truce passato dell’Europa balcanica e che ha abbracciato l’epoca dei nostri nonni, quella dei nostri genitori e le memorie delle generazioni di oggi. Leggendo la storia di protagonisti, Zlatan e Ajkuna, si ha infatti la sensazione che le loro esperienze e i loro dolori siano stati scritti, e avvenuti, più di cinquantanni fa e che appartengano ormai al passato, ai ricordi degli abitanti di un Kosovo che non esiste più. 
La verità del racconto è però ben diversa: Zlatan e Ajkuna, nati e cresciuti insieme sotto il minaccioso cielo del Kosovo, si sono innamorati fino dal primo istante e, a causa della guerra, hanno dovuto separare le loro vite e condurre due esistenze separate. Il destino, e il sangue versato durante anni di conflitto, li ha visti lontani l’uno dall’altro e privati dell’affetto dei loro genitori e delle persone a loro care. 

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Il diario di Bridget Jones, di Helen Fielding

Il diario di Bridget Jones non è solo una fortunata trasposizione cinematografica aventi per protagonisti i premi oscar Rene Zellweger e Colin Firth, ma soprattutto e prima di qualsiasi altra cosa un romanzo composto sotto forma di diario, piacevole da leggere e dalla trama semplice ma interessante.

Helen Fielding, scrittrice e giornalista inglese, riesce a coinvolgere il lettore puntando su due semplici fattori: uno stile veloce ed accattivante e, soprattutto per ciò che riguarda le donne,  il parlare della realtà dei fatti.

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Momenti di trascurabile felicità, la recensione

Momenti di trascurabile felicità è l’ultimo romanzo di Francesco Piccolo, un taccuino che racchiude in poco più di cento pagine, i momenti di felicità che tutti ogni giorno viviamo e che lasciamo sfumare via, sottovalutando l’importanza e le sensazioni che tante piccole gioie ci regalano giorno per giorno, ma non solo. La lettura del piccolo taccuino dei momenti di felicità è breve e godibile e che, durante il tragitto, ci renderà partecipi spettatori di attimi che anche noi stessi abbiamo vissuto molte volte e dei quali abbiamo goduto come fugaci istanti di felicità, come le emozioni che si provano leggendo “La prima e l’ultima pagina di un libro” o l’attesa dal fioraio, “un luogo dove ci si annoia più di ogni altro” e dove, al tempo stesso, l’autore spiega di aver “pensato a molti momenti di trascurabile felicità”.

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Lorella Zanardo, Il corpo delle donne un anno dopo

Il libro Il corpo delle donne di Lorella Zanardo è uscito nella Serie Bianca Feltrinelli quasi un anno fa, sia in edizione cartacea che in formato ePub. Da allora la sua diffusione è stata davvero capillare e ancora adesso non si fa che parlarne e trarne spunto per ripensare il femminile.

Prima del libro, la Zanardo aveva realizzato un documentario con lo stesso titolo, potete vederlo su Youtube, in cui ricostruiva il modo in cui la televisione italiana racconta e usa il corpo femminile.

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Un libro per l’8 marzo: la storia di Giuditta

In vista dell’8 marzo voglio raccontarvi la storia di Giuditta, una donna di una bellezza strepitosa, diremmo oggi, e di grande intelligenza, che salvò un intero popolo da morte certa.

Perdonatemi l’eccessiva sintesi della storia: Giuditta, dopo essersi truccata e pettinata,dopo aver indossato i suoi vestiti più belli e i suoi gioielli più preziosi, si presenta dal generale che minaccia di distruggere la città in cui lei vive.

Lo affascina, lo incuriosisce, fino a che lui non decide di farla ubriacare e abusare di lei. Giuditta però ha previsto tutto: finge di bere, fa ubriacare lui e quando è cotto a puntino lo decapita, con l’aiuto di una donna che è con lei. Ebbene, non si tratta dell’eroina di un romanzo di Stieg Larsson bensì della protagonista dell’omonimo libro della Bibbia:

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La neve se ne frega, la recensione

E’ una meravigliosa favola utopistica quella raccontata in La neve se ne frega, romanzo pubblicato nel 2004 da Feltrinelli e scritto dalle mani un po’ poetiche e un po’ musicali di Luciano Ligabue, cantante e scrittore amato da fans di diverse generazioni. Ligabue, nelle vesti di scrittore, ci racconta solo uno dei tanti mondi (im)possibili che, pur essendo irrealizzabili davanti agli occhi del lettore, appaiono in realtà come giusti e onesti, molto più onesti del mondo in cui l’essere umano è costretto a vivere.
Il mondo raccontato dal cantante, un universo alieno regolato dal piano Vigor, appare come una società perfetta, giusta e democratica, dove la vita scorre al contrario e dopo ogni uomo ha il diritto di godere della tanto agognata felicità. I protagonisti sono DiFo e Natura e come ogni altro abitante del pianeta sono destinati a seguire un ordine vitale inverso: tutti nascono anziani e muoiono neonati, ognuno accompagnato dalla donna e dell’uomo ideale che gli è stato affidato e, con gli anni, realizzeranno gli obiettivi ai quali sono stati destinati trovando un proprio posto all’interno della società e assistendo ai cambiamenti dei loro corpi che si trasformeranno giorno dopo giorno, anno dopo anno, stendendo le rughe e le piaghe della loro pelle fino al periodo della giovinezza, anni di massimo splendore estetico, per giungere poi all’infanzia, giorni unici vissuti nell’innocente inconsapevolezza dell’ultimo obiettivo che ancora resta da raggiungere, la morte.

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