Gioco letterario: guarda la mappa e indovina il romanzo!

Letteratura e viaggi: quando si parla dei romanzi di avventura il binomio è quasi scontato e spesso a risultare ancora più gradito non è lo scenario reale, quello costruito su ambienti, spazi e personaggi che conosciamo perfettamente e che potremo visitare, bensì i luoghi sconosciuti e i paesi inesistenti, ossia quelli che mai potremmo visitare ma che restano visibili e chiari solo tra le pagine del romanzo e tra i ricordi e i pensieri della nostra immaginazione.

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Harry Potter ed il calice di fuoco: recensione

Harry Potter ed il calice di fuoco è il quarto libro della serie di volumi sul maghetto scritta da  J.K. Rowling. Si tratta di un volume molto importante all’interno della storia, sebbene forse risulti per molti il meno amato dell’intera serie. È qui infatti che il nemico di Harry ritorna letteralmente in vita cambiando non solo la vita del giovane mago, ma anche l’approccio che la scrittrice ha con la sua stessa storia.

Probabilmente la Rowling non l’ammetterà mai, ma proprio è qui che automaticamente Harry Potter si snatura definitivamente dalla tipologia di “fiaba per bambini”.

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Harry Potter ed il prigioniero di Azkaban: recensione

Harry Potter ed il prigioniero di Azkaban è il terzo libro della saga di J.K. Rowling sulle avventure dello straordinario maghetto in lotta contro il mago più oscuro di tutti tempi. In questo volume sempre di più la scrittrice conferma ciò che aveva iniziato a dimostrare nei capitoli precedenti: una storia per bambini può crescere.

Ed un autore, anche se involontariamente, può modificare il suo stile di prosa al fine di risultare più chiaro e leggibile.

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Harry Potter e la Camera dei segreti: recensione

Harry Potter e la camera dei segreti è il secondo libro della saga di J.K Rowling. In questo secondo volume troviamo un Harry leggermente più maturo e cresciuto. Ed è innegabile che la prosa della scrittrice segua più o meno lo stesso trend, dimostrandosi, pur rimanendo adatta ad un pubblico di minori, decisamente più corretta anche dal punto di vista formale.

E’ questo il libro nel quale, man mano, si inizia a scoprire una certa crescita, in ogni senso, sia dell’autrice che del suo protagonista.

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Harry Potter e la pietra filosofale: recensione

Harry Potter e la pietra filosofale è il primo libro della saga fantasy della scrittrice inglese J.K. Rowling: una serie di sette libri nati come volumi per bambini e rivelatesi man mano nel tempo una vera e propria droga per uomini e donne di ogni età.

Un successo che, differentemente da ciò capitato per Twilight, è stato totalmente prescindibile dalla fama cinematografica, avvenuta in seguito. La spiegazione di ciò non va ricercata in una dialettica particolare o in una capacità di linguaggio spettacolare, ma nella storia di per se stessa.

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La bambola dagli occhi di cristallo: il noir di Barbara Baraldi

Esce, finalmente dopo una lunghissima attesa, il nuovo romanzo di Barbara Baraldi, la penna del genere gotico italiano che ha distribuito in tutte le librerie italiane il suo nuovissimo romanzo uscito ieri, 6 aprile 2011, “La bambola dagli occhi di cristallo” pubblicato dalla casa editrice Castelvecchi, un’edizione rivista e riscritta del vecchio romanzo La bambola di cristallo edito nel 2008 che da 178 pagine si riscopre ora in una nuova storia, più godibile, in ben 246 pagine.

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Copertina impero di cenere

L’impero di cenere di Nicholas Nicastro

Copertina impero di cenere

Da L’impero di Cenere di Nicholas Nicastro:

Chiunque dia retta alla descrizione del principe adolescente fatta da Eschine, rischia di catturare un enorme granchio. Ha parlato di bei capelli lunghi, cosa che è abbastanza vera, ma ha tralasciato di dire che erano così radi e unti da sembrare sempre bagnati. Sento ancora favoleggiare dei capelli biondi o chiari di Alessandro, quando erano decisamente castani e nulla più. Gli cascavano in ciuffi scomposti ai lati del viso-viso a cui non mancava una certa dignità, ma che era ruvido, spigoloso e pieno di foruncoli. Gli occhi non erano azzurri e non li aveva di colore diverso, ma di nuovo erano semplicemente marroni. Da vicino vi assicuro di non aver percepito il profumo naturale che, sempre secondo Eschine, emanava il suo corpo. I suoi tratti più degni di nota erano le labbra carnose, quasi femminili, e i grandi occhi puntati su tutto con straordinaria intensità.

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Elric di Melniboné e Michael Moorcock, ritorna la passione per il fantasy barocco

Ho pescato Elric di Melniboné, di Michael Moorcock, nella biblioteca di famiglia, nello stesso ripiano in cui ho ritrovato il romanzo di Marion Zimmer Bradley, La catena spezzata. Fanno entrambi parte di una storica collana della Nord dalle copertine strepitose.

C’è chi dice che oggi il fantasy non è più quello di una volta e leggendo romanzi come questo non me la sento di dargli torto. Gli anni settanta e ottanta furono davvero un momento di grande splendore per autori come Moorcock. La Nord portò in Italia i più grossi nomi della fantascienza e del fantasy generi letterari minori e li fece conoscere al grande pubblico.

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Il rosso e il nero, di Stendhal: recensione

Può un romanzo politico appassionare anche dal punto di vista tipico della letteratura rosa? La risposta si se parliamo de “Il rosso e il nero” di Stendhal. Lo scrittore infatti riesce a portare sulla carta una storia appassionante sotto diversi punti di vista. Coinvolgente e classica al punto giusto, ma dotata contemporaneamente di quella allure difficilmente riscontrabile nei romanzi storici dell’epoca.

Va ricordato infatti che Stendhal nella stesura di questa sua opera si ispirò ad un fatto di cronaca realmente avvenuto, la cui conclusione avvenne nel tribunale della corte d’assise del suo dipartimento di origine: l’Isère. Nello specifico un giovane seminarista, nel 1827, tale Berthet, fu giudicato il condannato a morte per aver tentato di assassinare una sua ex amante in una chiesa.

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Silenzio a Milano di Anna Maria Ortese

E’ un’Italia di cui non vogliamo sentir parlare quella Anna Maria Ortese. Un Italia fatta di povertà, a Napoli come a Milano, di piccola gente, di fatica, di speranze, di sogni. Un’Italia che sta facendo i conti con il dopoguerra, con la propria identità, smarrita, sempre in movimento.

Poche voci hanno saputo raccontare quegli anni in modo così semplice eppure così lancinante. Anna Maria Ortese (1914-1998), giornalista, scrittrice, ne faceva parte. Non aveva lo sguardo di chi viene dopo, di chi mette insieme frammenti di ricordi per consegnarli ai posteri.

Anna Maria Ortese, con grande maestria, non a caso parliamo di una delle più grandi scrittrici del ventesimo secolo, ci lascia entrare nei vicoli, nei condomini, nelle stanze semibuie, a volte umide e disordinate, nei pensieri, nei sentimenti dei protagonisti.

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